Instagram e Facebook suonano di nuovo, per ora c’è l’accordo con la SIAE

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Si tratta di un contratto transitorio che non risolve alle radici il problema, ma che sicuramente mette un freno a una questione di competitività del settore musicale del nostro Paese

Ai nostri microfoni, qualche tempo fa, il presidente di FIMI – la Federazione dell’Industria Musicale italiana – Enzo Mazza ci aveva detto che l’assenza della musica su Instagram e su Facebook – derivata dal mancato accordo tra la SIAE e Meta, l’azienda proprietaria dei due social network – avrebbe comportato un danno, per tutto il settore, di migliaia di euro all’ora. Una sorta di «lockdown della musica italiana», venne definita questa operazione a metà marzo, proprio da Mazza e proprio nel corso dell’intervista a Giornalettismo. Bene, questo lockdown della musica italiana, a quanto pare, è terminato. L’accordo Meta-SIAE, di natura transitoria ovviamente, comunicato nel pomeriggio di sabato 13 maggio ha determinato sicuramente una prima exit strategy rispetto al mutismo in cui erano incappati i nostri social network, pessimo segnale di competitività rispetto all’utilizzo dei social network stessi al di fuori dei confini italiani, tremendo problema per quanto riguardava il comparto musicale. C’era stato, nel frattempo, l’accordo tra Meta e Soundreef – l’altra società indipendente che cura i diritti d’autore di molti artisti italiani e internazionali -; tuttavia, nonostante una parte dei titoli di questi artisti fosse stata rilanciata sui social network, sussisteva ancora una quota importante di brani i cui diritti, in virtù di accordi precedenti, erano in condivisione tra Soundreef e SIAE e che, in quanto tali, non potevano lo stesso essere riprodotti all’infuori di un accordo tra Meta e SIAE stessa.



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Accordo Meta-SIAE, la musica torna su Instagram e Facebook in Italia

Dicevamo della natura transitoria dell’accordo. Di fatto, si tratta semplicemente del frutto del tira e molla che ha coinvolto alcune istituzioni italiane nelle ultime settimane, che hanno spinto affinché il social network trovasse in qualche modo un accordo con la società italiana autori ed editori. Primo fra tutti l’esposto dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Quest’ultima, infatti, aveva chiesto – attraverso una sua deliberazione – a Meta di riprendere le trattative con SIAE che si erano bruscamente interrotte con l’estromissione, a marzo, di tutti i brani SIAE dalle piattaforme social. Si tratta, probabilmente, di un nuovo caso che riguarda il peso e il contrappeso fatto dalle autorità nazionali rispetto alle grandi aziende di Big Tech. Recentemente, per fare un esempio, abbiamo assistito al blocco di ChatGPT da parte del Garante della Privacy e alla conseguente rimodulazione di alcuni aspetti del trattamento dei dati della piattaforma di intelligenza artificiale al fine di riprendere il suo funzionamento nel nostro Paese. Un segnale del fatto che, quando le istituzioni italiane si accorgono di alcuni aspetti poco chiari nel business delle grandi aziende del digitale, il muro contro muro può portare queste ultime a trovare delle soluzioni. O – in alternativa – a non frequentare il mercato (ma questa è un’altra storia e – nonostante le minacce che fino a questo momento sono arrivate per diversi Stati dell’area euro – fino a questo momento non ci sono state ancora evidenze).



La natura transitoria dell’accordo

C’era un contratto in essere tra SIAE e Meta che era scaduto nel mese di dicembre 2022. Da quel momento in poi, le trattative erano andate avanti tra le due parti, senza trovare un accordo, con SIAE che aveva chiesto un aumento delle royalties rispetto all’utilizzo dei brani musicali da lei tutelati, in assenza di trasparenza nel conteggio – da parte di Meta – dei dati di utilizzo dei brani stessi da parte dei suoi utenti. La musica italiana è stata presente su Facebook e su Instagram anche oltre i termini di scadenza del contratto, fino alla metà di marzo del 2023, quando Meta – unilateralmente – ha deciso di sospendere la riproduzione dei brani stessi, anche in maniera retroattiva, bloccandoli anche sui contenuti già pubblicati e causando – quindi – non pochi problemi a utenti e, soprattutto, creator per i quali quei brani rappresentavano parte del loro lavoro di produzione dei contenuti sulle piattaforme social.

Ora, l’accordo transitorio si basa – ancora una volta – sul contratto scaduto a dicembre 2022. Senza particolari progressi e senza che siano state prese in considerazione le nuove esigenze, portate avanti da entrambe le parti, che hanno determinato la chiusura del rubinetto dell’utilizzo dei brani SIAE su Instagram e Facebook. Non a caso, nonostante la provvisoria soddisfazione espressa dall’industria musicale italiana e da SIAE stessa, si continuerà a trattare. In una vicenda che, come vedremo nei prossimi articoli di questo nostro monografico, è tutt’altro che conclusa.