La soluzione di Sileri per fermare i contagi in Serie A: «Stop agli abbracci in campo»

Ovviamente, però, le esultanze non sono l'unico vettore di contagio

29/09/2020 di Gianmichele Laino

La soluzione per il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri? Quella di fermare gli abbracci in campo per bloccare il contagio da coronavirus in Serie A. Nel corso di un’intervista a Un Giorno da Pecora su Radio1, infatti, l’esponente del M5S ha affermato: «Gli abbracci e l’esultanza in campo dovrebbero essere vietati. La distanza deve comunque essere mantenuta. Se da 1 positivo nella squadra sono diventati 14 vuol dire che il virus è circolato, che non sono state mantenute le distanze. Se abbiamo un tampone negativo non dobbiamo pensare di essere invincibili. Continuare a mantenere le distanze è fondamentale».

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Pierpaolo Sileri crede che la soluzione sia bloccare gli abbracci in campo

Il viceministro fa riferimento a una delle regole del protocollo che permise la ripresa delle attività agonistiche nel mese di giugno: in quella circostanza, c’era una maggiore attenzione nei calciatori in campo a non esultare attraverso contatti fisici. Ma si trattava anche di un’altra fase della pandemia, dove la propagazione del contagio era rallentata rispetto ai giorni precedenti (e anche rispetto a quello che è accaduto da agosto in poi). Insomma, da sola, la misura del divieto degli abbracci in campo non era senz’altro la condizione sufficiente per bloccare i contagi nelle squadre di calcio.

Lo stop agli abbracci in campo non è l’unica occasione di contatto

I tesserati vivono per diverse ore della giornata a contatto tra loro: nel corso degli allenamenti la diffusione del droplet è molto più alta, indipendentemente dal fatto di abbracciarsi o meno. In ogni caso, il calcio resta uno sport di contatto ed è molto difficile rispettare il distanziamento nel corso di una competizione agonistica. Quello del viceministro rischia di essere un paradosso, quindi, difficilmente applicabile al caso concreto.

La situazione delle positività plurime nel Genoa preoccupa gli esponenti dell’esecutivo. Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha comunque affermato che non ci sono ancora le condizioni per sospendere il campionato di Serie A. Ma il protocollo Covid va comunque rispettato rigorosamente.

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