Ad oggi, 6 aprile, secondo tre studi (due italiani) i contagiati in Italia sarebbero tra 5 e 6 milioni

Il concetto di contagiati sommersi è emerso quando ne ha parlato Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile, affermando che «il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti è credibile». Visti i numeri dei positivi al coronavirus nella giornata di oggi (128.948), ragionando in questa chiave si parlerebbe di quasi 1 milione e 300 mila contagi in Italia. Ci sono però tre ricerche, due delle quali italiane, che andrebbero in una direzione diversa, stimando i contagi tra i 5 e i 6 milioni nel nostro paese ad oggi.

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Un dato alto per la diffusione ma basso per parlare di un’immunità di gregge

Sono tre gli studi che fissano a 5/6 milioni i contagiati sommersi in Italia. Quanto affermato da Borrelli era stato effettivamente confermato da uno studio accademico dei primi di marzo che ha utilizzato il rapporto 1:10 come moltiplicatore applicabile alla regione di Hubei, la zona della Cina più colpita. Il numero dei contagi sommersi di coronavirus, però, sarebbe molto più alto secondo due ricerche italiane e una inglese che hanno utilizzato metodologie completamente diverse e sono giunte a un risultato simile.

Gli studi che parlano di 6 milioni di contagiati coronavirus in Italia

A fissare il numero di contagiati tra i 5 e i 6 milioni troviamo la ricerca Doxa coordinata da Carlo La Vecchia, docente di Statistica epidemiologica dell’Università di Milano, secondo cui circa il 10% della popolazione italiana sarebbe contagiata. 6 milioni, quindi, dei quali 1 milione solo in Lombardia. Accanto a questa ricerca troviamo anche uno studio fatto da dodici ricercatori italiani, che in questi giorni è sottoposto a revisione internazionale, dal titolo The Covid-19, infection in Italy: a statistical study of an abnormally severe disease. Secondo la ricerca il 25 marzo scorso, quando i positivi erano  74.300, contando quelli sommersi i numeri si attestavano tra i 600mila e i 3,3 milioni di contagiati. Ad oggi, seguendo la curva di crescita e queste stime, i contagiati sarebbero 5,7 milioni. Questi numeri, ha sottolineato La Vecchia, sarebbero «sufficientemente alti per mettere a rischio i sani» ma «troppo bassi per garantire l’immunità di gregge». Secondo lo studio An abnormally severe disease l’alto tasso di letalità della malattia nel nostro paese sarebbe da attribuire non a sigarette, inquinamento, sanità tagliata – come ampiamente spiegato nel paper – ma al dato fortemente sottostimato dei contagiati.

Rapporto con il “caso perfetto” della Diamond Pricess

La Diamond Princess è il caso perfetto al quale si fa riferimento nello studio che sostiene un contagio di circa 6 milioni di italiani. Sulla nave c’erano 3.711 persone, 705 delle quali sono risultate positive e 7 delle quali sono decedute. Il rapporto è di un morto ogni 100 persone contagiate. Le statistiche italiane, visto che si tratta del caso perfetto – poiché perfettamente isolato -, e quindi ideale per delle ricerche statistiche, dovrebbero tendere a questo dato di letalità. Entrambi i lavori di produzione nostrana sono in linea anche con uno studio europeo realizzato il 30 marzo dagli epidemiologi dell’Imperial College di Londra, che parla di una diffusione dell’infezione pari al 9,8 per cento medio. Poco più di 6 milioni di italiani, appunto.

(Immagine copertina da Pixabay)

 

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