Salvini, la «zingaraccia» e quella foto con tre donne rom nel 2018

08/08/2019 di Enzo Boldi

Pecunia non olet. E neanche i voti. Nelle ultime settimane, tra le varie peripezie dialettiche (e non solo) di Matteo Salvini c’è stato lo sdoganamento dell’insulto a una donna rom (che lo aveva minacciato in un’intervista) definendola prima «zingaraccia» (anche attraverso un post social) e poi «fottutissima zingara» dal palco del comizio della Lega a Milano. Poi, perché la rete non dimentica mai nulla, ecco sbucare dal recente passato del ministro dell’Interno una foto che risale alla campagna elettorale del 2018.

Ci troviamo in Molise, più precisamente a Santa Croce di Magliano (in provincia di Campobasso). Siamo nel bel mezzo della campagna elettorale per le Regionali. Tra i vari incontri fatti dal leader Matteo Salvini, fresco del risultato delle elezioni Politiche del 4 marzo che hanno aperto le porte alla possibile alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle (che sarà concretizzata con il ‘Contratto del Cambiamento’ e con l’accordo per la guida congiunta dell’Italia), c’è anche quello immortalato da una fotografia che venne diffusa, qualche giorno dopo, dal giornalista de Il Fatto Quotidiano Antonello Caporale.

Dalla zingaraccia alla foto con le donne rom

La ruspa a giorni alterni. Spesso e volentieri, anche nelle varie campagne elettorali, Matteo Salvini – prima della «zingaraccia» – ha ribadito il concetto di voler utilizzare quello strumento iconico per abbattere diversi campi illegali. Sgomberi, demolizioni. Tutto ribadito in più occasioni. Ma, quando c’è da tirar su voti, non c’è alcun problema.

Pecunia non olet. E neanche i voti

Ed ecco che quello scatto dello scorso anno, durante la campagna elettorale in Molise, non c’è stato alcun problema a farsi scattare quella fotografia. Legittima, senza alcun dubbio. Stride con la narrazione che lo stesso ministro dell’Interno e leader della Lega ha portato avanti nel corso degli anni. Insultare tutti, poi far finta di nulla per andare a racimolare voti. Missione compiuta, come già successo al Sud dopo aver cantato quel coro «Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani». Tutto nel dimenticatoio.

(foto di copertina: da profilo social Antonello Caporale)

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