Zaia, quel trionfo costruito nei mesi più duri del Covid-19 che ora impensierisce Salvini

Un trionfo che parte da lontano, quello di Zaia, ma radicato nei mesi più duri della pandemia. Ecco perché Salvini non dorme sonni tranquilli

21/09/2020 di Daniele Tempera

Un successo annunciato. Era facile intuire il trionfo di Luca Zaia nelle elezioni regionali  che ci hanno appena interessato. Il governatore uscente era dato tra i favoriti, ma le prime proiezioni, che lo vedono ampiamente sforare il 70% delle preferenza vanno oltre le più rosee previsioni. Un particolare che non è certo sfuggito alla rete.

Sì, perché se nel 2015 il Governatore era stato eletto con quasi il 50% delle preferenze, ora i consensi fanno segnare un vertiginoso +20% che trasformano le elezioni venete in una sorta di plebiscito. Un successo costruito durante i mesi critici del lockdown.

La costruzione del “brand Zaia”

Per avere un’idea del successo del governatore veneto, è sufficiente dare un occhio ai numeri della sua fanpage: dal 16 febbraio al 26 giugno 2020 acquisisce oltre 240mila fan, un incremento del 56.4%

La mossa che si rivelerà vincente, durante i mesi più duri del Covid-19,  è quella di eseguire test a tappeto sulla popolazione fin dalle prime fasi dell’epidemia: il 27 febbraio, a pochi giorni dal caso zero, le autorità intimano a tutti i residenti di Vo’ Euganeo di sottoporsi al tampone. Lo studio verrà usato dall’Università di Padova per studiare l’andamento della pandemia.

Le dirette fb sistematiche, dalla sede veneta della Protezione Civile, iniziano lo scorso 4 marzo e vanno avanti fino al 30 giugno. Diventeranno in breve molto seguite e saranno uno dei fulcri della comunicazione social di Zaia nei mesi più duri del Covid-19. I like ai post del Governatore si mantengono alti, anche se l’apice si ha nei primi di marzo. Nei giorni di picco dell’epidemia Zaia annuncia che, mentre nel resto d’Italia sono ancora introvabili e costano molto, il Veneto sta ovviando al problema delle mascherine che presto saranno distribuite gratuitamente a tutta la popolazione.

“È la soluzione alla veneta per un problema cruciale in tutta Italia” chiosa il leader del Carroccio veneto, alimentando così strumentalmente e retoricamente l’immagine di una regione produttiva e operosa contro uno Stato preda di interessi, lentezza e burocrazia.  Del resto basta vedere il numero di condivisioni del video più visto nella pagina del governatore: è un servizio delle Iene intitolato: “Disubbidire ai tamponi ha salvato vite?”. Ancora una volta viene presentata l’eccellenza veneta a livello nazionale: un brand politico che Zaia ha sfruttato al meglio, a partire dai social.

L’exploit social di Zaia e perché può impensierire Salvini

Un’escalation costante quella dei video sulla fanpage che fanno toccare dei veri e propri picchi, come nel caso dello scorso 26 marzo, quando Zaia rilancia sui social un suo intervento nella trasmissione “Dritto e rovescio” su Rete 4 in cui spiega come il Veneto stia arginando con successo l’epidemia. Il Governatore ne ha per tutti: afferma che la Regione non si è attenuta alle procedure governative: ha fatto più tamponi e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Poi attacca il Governo e l’Europa e rilancia l’eccellenza del “modello Veneto” rispetto al resto del mondo.

Altro picco lo si osserva lo scorso 21 aprile: in un live fb Zaia evidenzia il calo del numero di malati, un risultato ottenuto grazie all’aumento dei tamponi, un corrispettivo che non ha paragoni con il resto d’Italia. Ma non solo, il governatore annuncia anche il lancio, a breve, di una app regionale destinata a tracciare i contagi: l’obiettivo è mettere in relazione i malati con le autorità sanitarie. Nel paese si parla di questo tema da giorni: ancora una volta la Regione prova a bruciare i tempi puntando su imprenditorialità e operosità leve sulle quali sa di poter coinvolgere molta base elettorale della regione.

E i fb live più visti hanno contenuti diametralmente opposti. Il primo è datato 11 marzo: sono i primi giorni dell’epidemia e Zaia esorta i veneti a stare in casa, parla di modelli matematici con picco delle terapie intensive, dice che si rischiano 2 milioni contagiati. È appena scattato il lockdown nazionale e il governatore mette in guardia i suoi concittadini; ancora una volta lo fa citando numeri della regione e gli studi realizzati dall’Università di Padova.

Il secondo più visto è invece un video del 27 aprile: la sera prima Conte ha annunciato l’avvio della cosiddetta “Fase 2”, a partire dal 4 maggio, con l’allentamento progressivo delle misure di lockdown e ancora una volta il Veneto si pone come eccellenza, pronta a scavalcare le aperture del Governo nazionale.


Ma il successo di Zaia non può essere ascritto genericamente a un successo della Lega. Con i consensi della Lista Zaia che, alle prime proiezioni superano il 40% contro il 15% della Lega, il voto veneto si configura come molto personalistico, basato più sul  carisma del Governatore uscente che su quello della bulimica comunicazione di Matteo Salvini. Una comunicazione tutta basata sull’orgoglio “di essere veneti” e sull’operosità e sulla praticità, contro uno stato nazionale visto di volta in volta come “macchinoso, clientelare e burocratico”. Una retorica e una propaganda che i suoi elettori conoscono bene e che potrebbe attrarre un domani anche larga parte della platea leghista oggi fedele a Salvini.

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