Anche Yahoo dice addio alla Cina perché «ambiente sempre più difficile»
A partire dal 1° novembre i pochi servizi di Yahoo che ancora erano rimasti attivi in Cina hanno smesso di funzionare
02/11/2021 di Ilaria Roncone
In ottobre è toccato a Linkedin, ora è il turno di Yahoo. La società ha definito «l’ambiente commerciale e legale sempre più impegnativo in Cina», attuando un ritiro in toto dal paese e cessando ogni attività rimanente. Un ritiro più che altro simbolico se si considera che già dal 2015 Yahoo Cina ha chiuso i suoi uffici a Pechino e ridotto drasticamente i servizi forniti.
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Il ritiro di Yahoo Cina poco dopo la chiusura di Linkedin Cina
La fuga delle big tech estere dalla Cina continua. Yahoo ha annunciato che i suoi servizi – già ridotti – non saranno più disponibili in Cina. Si tratta dell’ultima azienda Usa che ha scelto di chiudere i battenti in territorio cinese: tre settimane fa abbiamo assistito alla stessa mossa fatta da Linkedin, che ha scelto di ritirare il suo social del lavoro dal paese per i requisiti normativi elevati decidendo di sostituirlo con una nuova piattaforma di job networking tarata sulle restrizioni del governo cinese (tra le altre limitazioni, non sarà possibile condividere post e articoli).
Con Linkedin che si è ritirato il mese scorso, Google che ha smesso di offrire i suoi servizi in Cina già da parecchio tempo e Facebook che è bloccato nel paese, ance Yahoo entra a far parte della schiera di aziende che scelgono semplicemente di lasciare il mercato cinese.
Yahoo ha iniziato a lasciare la Cina già dal 2015
Una mossa più che altro simbolica, come avevamo già anticipato, poiché iniziata a livello pratico già nel 2015 con la riduzione dei servizi. Ad oggi, infatti, il portare di Yahoo e alcuno servizi sono raggiungibili solo tramite l’utilizzo di vpn per aggirare la censura. Altro esempio, la posta elettronica di Yahoo, che non è già più disponibile nel paese da anni.
«Yahoo rimane impegnata per i diritti dei nostri utenti e per un internet libero e aperto», ha detto l’azienda degli Stati Uniti all’Associated Press, ringraziando gli utenti per il supporto. Di fatti, già dal 1° novembre 2021 i servizi del gruppo non sono più accessibili dalla Cina, come comunicato in una nota dalla compagnia stessa. L’inasprimento ulteriore delle regole cinesi per le piattaforme social al quale abbiamo assistito negli ultimi tempi, quindi, porta anche i pochi rimasti sul mercato a desistere.