Winnie The Pooh assomiglia troppo a Xi Jinping?

Winnie The Pooh è sicuramente l’orsetto più innocuo dei cartoni animati. È dolce, fedele agli amici e dai buoni sentimenti. Eppure fa paura al governo cinese: il film che lo vede protagonista è stato infatti bandito per “parodia al presidente” . Ma la colpa è dei memes.

Winnie the pooh, l’orsetto dei memes anti-governo

Il nuovo adattamento cinematografico dell’orsetto amato da grandi e piccini  non arriverà nelle sale cinematografiche cinesi. Vi presento Christopher Robin (Goodbye Christopher Robin) il film diretto da Simon Curtis racconta la nascita del personaggio di Winnie the Pooh e dei suoi compagni del bosco dei cento acri, analizzando il rapporto tra lo scrittore A. A. Milne ed il figlio Christopher Robin Milne.

Una storia tenera, certamente non di propaganda. Winnie the Pooh però in Cina ha assunto un carattere molto più politico: spesso la sua immagine è stata utilizzata in dei memes satirici per criticare il presidente cinese Xi Jinping. Tutto era cominciato nel 2013, quando Xi era stato immortalato al fianco di Barack Obama durante la sua visita negli Stati Uniti. L’immagine dei due presidenti che camminano era stata associata a quella di Winnie The Pooh insieme a Tigro, uno dei suoi più cari amici.

Winnie the Pooh
ANSA/FINANCIAL TIMES

L’anno dopo circolò su internet un’altro parallelismo, con l’orsetto che stringeva la mano all’asinello Ih-Oh affiancato a Xi che, con un’espressione sorprendentemente simile, stringeva la mano di Shinzo Abe, primo ministro del Giappone.

Xi Jinping e Winnie the pooh: la somiglianza
Uno dei meme satirici che ha scatenato le ire del governo cinese contro Winnie The Pooh

Lo sfottò però non si è fermato li: quando Xi Jinping nel 2015 è stato immortalato durante una parata mentre osservava le truppe attraverso il tettuccio apribile della sua limousine, su internet apparve l’immagine di un giocattolo con l’orsetto che spuntava da una piccola automobile. Secondo un report del Global Risk Insight, si trattò dell’immagine più censurata dell’anno, poiché il governo cinese la considerava «un serio tentativo per indebolire la dignità dell’ufficio presidenziale e di Xi stesso».

Winnie The Pooh, l’ennesimo caso di censura in Cina

Prendersela con l’orsetto giallo di pezza può far sorridere, ma è in realtà un altro tassello nel grande puzzle del controllo di internet operato dal governo cinese. Alla fine del 2014 Xi Jinping ha introdotto la “sovranità di internet” di fatto lasciando libera decisione agli stati di censurare contenuti a loro piacimento. Inoltre, il Ministero della Pubblica Sicurezza (MPS) cinese controlla il programma di censura più grande e sofisticato del mondo, il Golden Shield Project – provocatoriamente soprannominato “Great Firewall” in riferimento alla grande muraglia – che blocca tutti i dati in entrata da paesi esterni considerati sfavorevoli al governo.

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