Nuovo whistleblower accusa: Facebook ha guadagnato grazie alle interferenze russe nelle presidenziali 2016

Facebook sarebbe stato a conoscenza delle interferenze russe nelle presidenziali 2016 ma avrebbe sfruttato la disinformazione per fare soldi

23/10/2021 di Ilaria Roncone

Si tratta di un ex membro del team di integrità di Facebook e, anche lui, ha confermato al Washington Post che Facebook sacrifica la moderazione di odio e disinformazione a favore dei guadagni. In particolare, stavolta si tratta di una conversazione avuta con un alto dirigente del gruppo, Tucker Bounds, nel 2017 in merito alla gestione di tutte le polemiche legate alle presunte interferenze della Russia nelle elezioni presidenziali Usa del 2016. Il whistleblower Facebook ha rivelato come Facebook avrebbe tratto profitto dalla disinformazione del caso non curandosi delle conseguenze e minimizzandole.

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Whistleblower Facebook sulla gestione delle interferenze russe per le presidenziali 2016

Il profitto prima di tutto, come riporta il Whashington Post, è l’accusa di un altro ex dipendente di Facebook che diventa a tutti gli effetti un nuovo informatore che si aggiunge a Frances Haugenv E la sua testimonianza all’autorità finanziaria Usa va nella stessa direzione. Rimane anonimo, per ora, e riferisce – come riporta anche The Verge citando gli affidavit – che quel dirigente Facebook (ex funzionario delle comunicazioni) avrebbe prestato poca attenzione rispetto al sospetto di interferenze da parte della Russia perché si sarebbe trattato di «un fuoco di paglia».

Una situazione che avrebbe fatto arrabbiare alcuno legislatori, si, ma «in poche settimane passeranno a qualcos’altro. Nel frattempo stiamo stampando soldi nel seminterrato e stiamo bene». Questo, quindi, è il punto: l’informatore punta il dito contro quanto affermato pubblicamente da Facebook rispetto alle interferenze russe e la realtà interna all’azienda.

Le rivelazioni su Internet.org

Oltre alla questione delle ingerenze russe nelle presidenziali, il testimone ha citato anche Internet.org. Si tratta di un consorzio tra Facebook, Samsung, MediaTek, Ericcson, Nokia, Qualcomm e Opera Software che nasce – sulla carta – per rendere Internet accessibile nei paesi meno sviluppati. Tra le critiche già ricevute c’era già la violazione della neutralità della rete e, adesso, dalla testimonianza emergerebbe come quel progetto avrebbe avuto una messaggistica interna il cui obiettivo era sarebbe stato quello di fornire a Facebook un modo per diventare «l’unica fonte di notizie» raccogliendo i dati dei mercati non ancora sfruttati.

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