Ufficiale, domani si vota su Rousseau su Salvini. Errori e proteste: «Per dire no, devi scegliere sì»

Il quesito è sibillino, come il testo di alcuni referendum che il Movimento 5 Stelle ha sempre contestato per la loro scarsa chiarezza: «Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?». Le due risposte possibili sono «sì» (e quindi si nega l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini) o «no» (e quindi si sceglie l’autorizzazione a procedere).

Voto Rousseau ufficiale: l’ambiguità del quesito

Insomma, per dire no all’autorizzaizone a procedere nei confronti di Salvini devi votare sì. Il Movimento 5 Stelle ha deciso ufficialmente di affidare agli iscritti della piattaforma Rousseau la scelta sull’orientamento da seguire sul caso della nave Diciotti e sulla richiesta, da parte del tribunale dei ministri, dell’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno. Martedì è previsto il voto in giunta, entro il 24 marzo l’espressione dell’aula di Palazzo Madama.

Voto Rousseau, quanto dura e quando si chiude

Il voto è stato ufficializzato per la giornata di domani, 18 febbraio, in un lasso di tempo compreso tra le 10 di domani mattina e le 19. Ma ci sono state delle proteste sia per come è stata formulata la domanda referendaria, sia per le premesse che l’hanno anticipata nel post introduttivo sul Blogdellestelle.

Paola Nugnes, senatrice dell’ala sinistra del Movimento 5 Stelle, contesta il quesito e la confusione che genererebbe negli iscritti che si apprestano a votare. Il testo del blog, invece, contiene due inesattezze: dice che i migranti della Diciotti erano 137 (e non, come sarebbe corretto, 177) e che l’organo che è chiamato a dare un primo parere sull’autorizzazione a procedere da parte del Senato si chiama giunta per le autorizzazioni a procedere e non (come sarebbe corretto) giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari.

La tesi di Giarrusso come premessa del voto Rousseau

Il tutto gioca a favore della tesi innocentista del Movimento 5 Stelle, spiegata più volte da Mario Michele Giarrusso (che in molti, simpaticamente, hanno già ribattezzato GiaRousseau): secondo i pentastellati non si tratterebbe di votare una immunità (prevista dall’articolo 68 della Costituzione), ma di una decisione sull’operato del ministro nell’esercizio delle sue funzioni (previsto dall’articolo 96 della Costituzione).

Entro la giornata di domani, comunque, gli elettori del M5S saranno chiamati a salvare i propri rappresentanti da una delle decisioni più difficili del governo giallo-verde, che potrebbe delineare anche una crisi interna. Ecco a cosa può servire (anche) la democrazia rappresentativa.

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