Per la Von der Leyen serve un salario minimo in tutti i Paesi UE

Per la presidendente della Commissione il salario minimo è una condizione per la ripresa dell'eurozona e uno strumento di civiltà

16/09/2020 di Daniele Tempera

Una sfida imponente per tutti Paesi europei. Con una pandemia ancora in corso e una crisi economica che si preannuncia senza precedenti, il presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha parlato davanti all’Eurocamera di Bruxelles nel suo primo discorso sullo stato dell’Unione. E lo ha fatto parlando di Recovery Fund e Green New Deal, ma anche di salario minimo, una battaglia storica dell’M5S, che il Governo sembra intenzionato a concretizzare nei prossimi mesi.

E la presidente della Commissione non usa certo mezzi termini: tutti nell’Unione devono avere i salari minimi. Funzionano ed è giunto il momento che il lavoro ripaghi «Tutti nell’Unione devono avere i salari minimi. Funzionano ed è giunto il momento che il lavoro ripaghi» aggiungendo un j’accuse contro il dumping salariale «La verità è che per troppe persone il lavoro non paga, il dumping salariale distrugge la dignità del lavoro e penalizza gli imprenditori, distorce la concorrenza del mercato interno, e bisogna porre fine a questa situazione. La commissione avanzerà una proposta su una normativa per sostenere gli stati membri e istituire un quadro sui salari minimi. Tutti devono avere accesso ai salari minimi o attraverso contrattazioni collettive e con salari mini statutari».

Per la Von Der Leyen che si è definita una “sostenitrice della contrattazione collettiva” il processo di istituzione di un salario minimo nei vari stati deve coinvolgere inoltre sindacati e parti sociali. Attualmente, come ricorda la Reuters, il salario minimo è adottato già da alcune nazioni europee e varia dai 312 euro al mese della Bulgaria agli oltre 2000 proposti dal Lussemburgo.

 

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