La storia del volo per evacuare duecento cani e gatti da Kabul

Nel Regno Unito negli ultimi giorni si è accesa un'aspra polemica sul volo da Kabul per cani, gatti e volontari di un'associazione da portare in salvo

26/08/2021 di Ilaria Roncone

La questione ha creato una polemica non da poco in Gran Bretagna, dove nel pomeriggio di oggi Boris Johnson – nel corso di una conferenza stampa – ha dovuto smentire il coinvolgimento di sua moglie nella questione. Il ministro della Difesa, Ben Wallace, ha parlato a lungo su Twitter della questione specificando che «la priorità sono le persone, non gli animali» e che ci sono state una serie di notizie false attorno alla questione. Questa è una di quelle storie che sono divisive e tendono a creare degli schieramenti – come è successo nel Regno Unito – e dalla quale derivano facilmente esagerazioni ed esasperazioni. Per evitare di cascarci è bene capire fino in fondo da dove nasce la questione volo Kabul cani e gatti.

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Da dove nasce la storia del volo Kabul cani e gatti

Tutto parte dall’appello di Pen Farthing, ex soldato britannico del Royal Marine Commando che ha fondato l’organizzazione benefica Nowzad, che nasce con lo scopo di riunire militari con cani e gatti che hanno stretto amicizia con loro e gestire i randagi a Kabul. Qualche giorno fa è arrivato un appello diretto al suo governo perché portasse in salvo da Kabul oltre che le 71 persone che hanno sempre lavorato con lui anche circa 200 tra cani e gatti del rifugio. In quest’ottica è stata lanciata la campagna Ark Operation, allo scopo di raccogliere 200 mila sterline di fondi per affittare un cargo che porti a termine le operazioni di salvataggio.

L’opera di Farthing – che ha ricevuto diversi premi ed è stato nominato “Eroe dell’anno 2014” dalla Cnn – ha fatto sì che diversi animali salvati in Afghanistan fossero salvati nel Regno Unito. Insomma, un appello che – vista la storia che c’è dietro – non sorprende più di tanto ma che nel Regno Unito ha creato parecchie polemiche e costretto il ministro della Difesa e il primo ministro del Regno Unito a esprimersi in merito.

Se in un primo momento il governo Johnson sembrava aver autorizzato l’aereo per portare volontari e animali domestici a casa, il ministro della Difesa ha fermato tutto. La situazione – consultando le pagine social dell’associazione e leggendo le utile dichiarazione dell’ex marine – sembra attualmente in fase di stallo.

Cosa c’entra il governo Uk con il volo per cani e gatti da Kabul


Boris Johnson in conferenza stampa ha smentito che sua moglie si sia adoperata per la causa in questione e ha detto di non avere «nessuna influenza per nessun caso particolare, non sarebbe giusto» aggiungendo che si «cercherà di salvare quanti sarà possibile». Vista la bufera, il ministro della difesa ha dedicato una serie di tweet alla questione per chiarire una volta per tutte il ruolo del governo britannico nella vicenda. In primis, «nessuno, in nessuna fase ha bloccato un volo. Questo è un mito totale e viene spacciato come se fosse il motivo per cui l’evacuazione degli animali domestici non ha avuto luogo». Non c’è stata nessuna ostruzione – secondo quanto sostiene il ministro – ma nemmeno il volo è stato facilitato perché nessuno deve saltare la coda.

Tra l’altro viene sottolineato come le persone se la sarebbero presa con il personale che sta aiutando nell’evacuazione con un’esplicita richiesta in conclusione: «Lasciare che i miei funzionari civili e militari si occupino di una delle evacuazioni più pericolose e impegnative di questi tempi» con la garanzia che, in qualità di professionisti, faranno del loro meglio.

(Immagine copertina dalla pagina Facebook di Nowzad)

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