5 domande (e risposte) sul caso Volkswagen

Volkswagen

, ecco cinque domande che provano a riassumere lo scandalo che sta travolgendo la più grande casa automobilistica in Europa, e una delle aziende più grandi e più importanti della Germania.

    • 1. Cosa è successo finora? Volkswagen ha installato un software che ha alterato i valori dei gas di scarico di alcuni suoi modelli con motori diesel. Il sistema ha permesso all’azienda di commercializzare negli Stati Uniti (da chiarire se una simile pratica sia stata utilizzata anche in Europa) macchine molto più inquinanti del consentito dalla legge. Una VW Jetta emetteva ossidi d’azoto 35 volte più del consentito dalla norma. L’azienda ha prima ammesso alle autorità americane di aver installato il software manipolatore su 500 mila vetture, per poi confessare che il trucco fosse molto più esteso. Ora si parla di 11 milioni di automobili.
    • 2. Come è stato scoperto lo scandalo? I ricercatori dell’istituto ICCT, Consiglio internazionale per il trasporto pulito, hanno accertato nei loro studi l’esistenza di una sostanziale differenza tra i valori reali e quelli dei test nei laboratori effettuati dalle macchine a diesel. Nell’ottobre del 2014 la conclusione della ricerca ha individuato un superamento di 7 volte le soglie di emissione. Per Volkswagen sono stati riscontratori dati ancora più elevati. Questo studio ha allertato il dicastero dell’Ambiente americano, EPA, che ha chiesto spiegazioni alla Volkswagen. Dopo un chiarimento durato diversi mesi, l’azienda ha ammesso l’utilizzo di un software che manipolava i dati dei test.

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  • 3. Come funziona la manipolazione? Il software installato da Volkswagen era capace di conoscere quando la macchina era sottoposta a un test, cambiando il funzionamento dei gas di scarico. Nella modalità test il software, a differenza delle emissioni prodotte durante l’utilizzo su strada, scaricava un composto chimico, Adblue, che neutralizzava i diossidi di azoto, trasformandoli in acqua e azoto. Attraverso questo processo chimico le emissioni inquinanti risultavano significativamente inferiori rispetto alla realtà.
  • 4. Perché è stato fatto? A questa domanda in realtà non c’è ancora risposta. Volkswagen ha ammesso la manipolazione, ma non ha ancora spiegato perché ha deciso di truccare i dati. Il New York Times ha scritto come il mancato funzionamento del software permettesse migliori prestazioni. Der Spiegel ha evidenziato come Adblue, la sostanza impiegata per far passare i test, sia più rara da trovare in America rispetto all’Europa, così da rendere più costoso il suo utilizzo. Uno svantaggio rilevante per il mercato americano, visto che mediamente gli automobilisti percorrono distanze più lunghe.
  • 5. Quali sono le conseguenze dello scandalo? Un’altra domanda aperta, anche si può già rispondere con certezza sui gravi danni che subirà Volkswagen. Dopo lo scoppio dello scandalo le azioni del gruppo tedesco hanno perso il 18% in Borsa lunedì 21, e più del 20% martedì 22. Oggi i valori azionari si sono leggermente ripresi, dopo che la capitalizzazione di Volkswagen è crollata di circa 25 miliardi di euro. L’azienda ha messo da parte 7 miliardi di dollari per fronteggiare le conseguenze dello scandalo, ma questa somma potrebbe non bastare. Le stime sulla multa dell’Epa si aggirano sui 18 miliardi di euro, a cui potrebbero seguire i risarcimenti di una molto probabile class action. Senza contare cosa potrebbe succedere con l’allargamento dello scandalo, e i diversi milioni di macchine che dovrebbero essere ritirate dal mercato. Un’altra conseguenza potrebbe essere l’addio di Martin Winterkorn, il manager più importante dell’economia tedesca.

Photo credit: Alexander Koerner/Getty Images

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