Volkswagen, il software che tagliava le emissioni durante i controlli

Un software sofisticato e nascosto per ingannare i controlli americani sulle emissioni inquinanti. È il trucco utilizzato da Volkswagen e appena scoperto dall’Epa, l’agenzia governativa ambientale degli Stati Uniti, che costerà alla casa automobilistica tedesca una multa fino a 18 miliardi di dollari. Volkswagen avrebbe fornito dati falsati sull’inquinamento dei motori diesel, sui quali hanno investito molte aziende.

 

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VOLKSWAGEN, VALORI ANOMALI SULLE EMISSIONI –

I valori dei test sulle emissioni differiscono in maniera sostanziale dai valori registrati nel corso del normale utilizzo. Spiega oggi Il Messaggero:

L’azienda di Wolfsburg, che per rafforzarsi in Nord America aveva puntato proprio sul diesel, era stata messa in guardia: i suoi TDi andavano molte volte oltre i limiti consentiti e, a quanto pare ma tutto dovrà essere dimostrato, per risolvere il problema avrebbe studiato il software proibito che si accorgeva se erano in atto misurazioni di inquinamento e tagliava le emissioni per poi ridare potenza (e veleni nell’aria) nel normale utilizzo. Oltre alle accuse circostanziate contenute nell’atto ufficiale dell’Epa (per il momento non ha ordinato richiami e ipotizzato sanzioni) i media Usa hanno cercato di ricostruire l’accaduto. Tutto sarebbe partito un anno fa, nell’ottobre del 2014, quando Peter Moch e John German, due specialisti dell’Icct avevano iniziato delle misurazioni sulle emissioni di alcune vetture a gasolio (due Volkswagen e una di un altro costruttore) nel normale utilizzo su strada. I valori riscontrati, non solo non erano in linea con la direttiva Euro 6 europea, ma nemmeno con la vecchia Euro 5.

Il rischio di una maxi-sanzione ha immediatamente causato il crollo in borsa a Francoforte del titolo Volkswagen, con una perdita del 18,6%. Sono stati bruciati circa 13 miliardi di euro. Le autorità Usa sono sempre state molto dure contro le case automobilistiche poco trasparenti. General Motors ha dovuto pagare 900 milioni per un problema al blocchetto di accensione. La Toyota invece 1,2 miliardi per problemi all’acceleratore.

(Foto da archivio Ansa. Credit: EPA / CJ GUNTHER)

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