Sgarbi: «Se questi ministri dicono che c’è il virus, non credeteci: uscite fuori, andate a Codogno» 

Un mare di polemiche sta travolgendo Vittorio Sgarbi, il deputato eletto con Forza Italia che, da qualche giorno, sta diffondendo sui suoi canali social una serie di ‘bollettini’ sul coronavirus. Si tratta di messaggi registrati da luoghi privati che poi vengono diffusi sui suoi influenti canali social. Nulla di nuovo, insomma, se non che in alcuni di questi video le parole utilizzate tendono a dare un quadro completamente diverso dell’emergenza rispetto a quello corrispondente alla realtà.

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Vittorio Sgarbi e il ‘negazionismo’ sul coronavirus

Nel video registrato l’8 marzo e pubblicato il giorno dopo, Vittorio Sgarbi ha affermato: «Se questi ministri dicono che c’è il virus, non credeteci, sono degli incapaci totali. Zucche vuote e capre. Il capravirus ha preso i loro cervelli. Chiudete tutte le televisioni e guardate dei video pornografici: in quei video c’è più verità. Certo, se uno lo prende nel c*lo fa male. Il coronavirus è come prenderlo nel c*lo. Tra 15 giorni sarà finito tutto. Se siete a letto, alzatevi, andate in giro, andate a Codogno, andate a vedere. Se si riunisce il consiglio dei ministri, chiudiamoli dentro e mettiamo il gas, così ci sarà un’epidemia».

Il video che avete appena visto risale all’8 marzo, quando ancora la zona rossa era piuttosto circoscritta e non era stata estesa a tutta Italia: proprio in quelle ore, infatti, il governo stava decidendo sull’allargamento alla Lombardia e ad altre 14 province italiane. Successivamente, quando le misure si sono ampliate, Vittorio Sgarbi ha proseguito nella pubblicazione di altri materiali.

Negli altri video pubblicati nei due giorni successivi, infatti, Vittorio Sgarbi ha affermato di non minimizzare sul coronavirus, ma di avere un’idea in merito completamente opposta rispetto a quella dell’attuale governo. Sgarbi sottolinea che la chiusura di Venezia taglia fuori la principale città d’arte italiana, per un virus che «è come una banale influenza» perché «questo tasso di mortalità in questo periodo c’è sempre stato». E poi conclude, nel video pubblicato il 10 marzo, che non si morirà di coronavirus, ma si morirà di fame, dopo le ultime misure intraprese dall’esecutivo: tante persone, secondo il deputato, resteranno senza lavoro e, quindi, non avranno di che sopravvivere quando l’epidemia si sarà conclusa.

Vittorio Sgarbi, la replica

Il 10 marzo, poco dopo l’ora di pranzo, è stato lo stesso Sgarbi a replicare alle critiche che da più parti gli venivano rivolte in merito ai video realizzati: Le mie dichiarazioni sul Coronavirus sono insindacabili opinioni espresse da un parlamentare in ordine all’art.68 della Costituzione: “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”. Anche in Parlamento, infatti, io ho espresso voto contrario ai decreti Conte sulle misure contro il Coronavirus. La funzione di presidente del Mart di Rovereto non ha nulla a che fare con le mie opinioni politiche. Soltanto la deriva autoritaria, antidemocratica, di stile fascista può ispirare richieste irricevibili di misure nei miei confronti da parte di esponenti di un pensiero unico (e umiliante per l’Italia e la sua economia) di partiti rappresentati nell’autonoma e democratica, quindi plurale, Assemblea della Provincia di Trento». Il riferimento è ad alcuni esponenti della provincia di Trento che avevano chiesto, dopo queste parole, la sua rimozione dalla presidenza del Mart di Rovereto.

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