Vittorio Feltri: «La storia del fascismo è stata tragica, quella degli antifascisti è ridicola»

26/04/2019 di Enzo Boldi

All’indomani dell’anniversario del 25 aprile, Vittorio Feltri decide di attaccare la sinistra che, secondo lui, ha ucciso il senso delle celebrazioni per la Liberazione per via della caccia continua a quel fantasma del passato chiamato fascismo. Come spesso gli capita, non usa mezzi termini per definire le ‘battaglie’ portate avanti da quelli che lui chiama «antifascisti di maniera» e spiega che proprio tutto questo porterà a una nuova vittoria schiacciante di Matteo Salvini alle prossime elezioni europee del 26 maggio. E non solo.

«Complimenti agli antifascisti di maniera, da osteria e da centri sociali che sono stati in grado di trasformare il 25 aprile in una buffonata irresistibilmente comica – esordisce Vittorio Feltri nel suo editoriale del 26 aprile -. Non mi riferisco solo a quanto accaduto a Milano: in tutta Italia la festa della Liberazione dal duce e dei suoi manipoli è stata un’occasione volgare per denigrare Salvini, facendolo passare pubblicamente come un pericoloso gerarca».

Vittorio Feltri e l’uccisione del 25 aprile da parte della sinistra

Per il direttore di Libero si è trattato di un’operazione organizzata da una sinistra che, ormai, è incapace di leggere la realtà dei fatti e la definisce come «stolta e buona a nulla». Secondo Vittorio Feltri la campagna mossa contro Matteo Salvini, è oltretutto sbagliata e non fa altro che far crescere i suoi consensi all’interno dell’elettorato italiano che mostra sempre più fiducia, leggendo i sondaggi, nel leader della Lega.

«La storia degli antifascisti sfiora il ridicolo»

«Lui interpreta il sentimento della gente, che non è certo fascista, ignorando completamente la tradizione ducesca, lo spirito che animava le camice nere e la sua paccottaglia ideologica», spiega Vittorio Feltri. Poi l’attacco finale: «La storia del fascismo è stata tragica, mentre quella degli antifascisti sfiora il ridicolo, specialmente ora che gli squadristi, quanto i partigiani, sono sepolti al cimitero ed è impresa velleitaria tentare di farli risorgere nella speranza vana di riempire le piazze e svuotare le urne piene di voti di Matteo».

(foto di copertina: ANSA/PAOLO MAGNI)

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