L’importanza del digitale per ottenere i visti per destinazioni extra UE

In un mondo digital anche ottenere i permessi per viaggiare è molto più semplice a partire dall'ESTA in sostituzione del visto Usa nei casi in cui è possibile

22/12/2021 di Redazione

In un mondo in cui l’impatto delle piattaforme digitali sta assumendo una sempre maggiore importanza nella vita quotidiana, è impossibile non prendere in considerazione le modifiche che queste ultime hanno avuto anche nella nostra organizzazione di un viaggio. Soprattutto quando parliamo di destinazione extra europea, ottenere i documenti necessari – come ad esempio il visto o un altro tipo di autorizzazione – può prevedere un percorso piuttosto lungo e complesso, che può tuttavia essere agevolato dalle nuove forme di digitalizzazione.

Si pensi, ad esempio, alla necessità – spesso avvertita anche dai professionisti del mondo dell’informazione – di recarsi spesso negli Stati Uniti. Rendere più rapidi alcuni passaggi è il compito delle piattaforme digitali. La modernizzazione dei processi burocratici ha permesso, ad esempio, per chi viaggia verso gli Stati Uniti, di non avvalersi per forza di cose del visto USA, ma di poter usufruire di un ESTA.

Visto per viaggiare in Usa: come funziona l’ESTA

La sigla ESTA contiene al suo interno il concetto stesso di digitale: si tratta, infatti, di un sistema elettronico per l’autorizzazione di viaggio (Electronic System for Travel Authorization). Con questo sistema di sicurezza, gli Stati Uniti potranno decidere se respingere persone eventualmente non desiderate. Si tratta di un tracciamento degli spostamenti con qualsiasi tipologia di veicolo, aereo o nave, e che prevede anche l’analisi di eventuali scali o tappe verso la destinazione prescelta.

La gestione del sistema elettronico è in capo al Dipartimento della Homeland Security / Customs and Border Protection (DHS/CBP). Il portale dedicato permette, in maniera piuttosto intuitiva, di richiedere un ESTA per la destinazione degli Stati Uniti per un singolo individuo o per un gruppo di persone. Questa richiesta che – come detto, rende più agevole l’iter rispetto al visto vero e proprio – deve essere ottenuta almeno 72 ore prima del viaggio. Le autorità della destinazione in questione, del resto, suggeriscono un ampio anticipo per l’organizzazione dei tempi: nell’eventualità che la richiesta di ESTA venga rifiutata, infatti, bisognerà ricorrere a una soluzione alternativa per evitare di dover rinunciare al viaggio.

La piattaforma per richiedere l’ESTA è decisamente semplice da usare. Una immagine della statua della Libertà arricchisce l’interfaccia che l’utente si trova di fronte. Dopo aver effettuato la scelta sulla modalità di autorizzazione (se per un singolo individuo o per un gruppo di persone), la piattaforma chiede la conferma dell’accettazione dei termini e delle condizioni di utilizzo previste dalle normative in vigore nella legislazione del Paese di destinazione. Da qui in poi, la pratica si svolgerà in sette semplici tappe che prevedono una interazione con l’utente.

Occorrerà inserire i dati personali dell’utente (allegando anche una scansione del proprio passaporto), altre informazioni personali, indicazioni di viaggio, domande relative alla possibilità di viaggiare negli USA (e presenza di eventuali motivi ostativi per l’ingresso nel Paese), una revisione del modello di richiesta dell’ESTA e – infine – il pagamento per ottenere il documento, pari a 29,95 euro a persona.

Destinazione Usa, ottenere il visto è semplice avendo competenze digitali base

In seguito a questa richiesta, il viaggiatore otterrà il feedback da parte dell’istituzione di riferimento della destinazione desiderata, che dovrà – quindi – rilasciare il documento. Come evidenziato, si tratta di un sistema decisamente semplice e che prevede un utilizzo piuttosto basico degli strumenti digitali: la richiesta può essere effettuata attraverso un qualsiasi dispositivo – sia esso un pc o uno smartphone – senza particolari competenze che differiscono dall’uso standard delle piattaforme che siamo abituati a consultare più volte nel corso della stessa giornata. La semplicità del processo e l’immediatezza della trasmissione dei dati in un sistema che garantisce comunque un elevato livello di protezione e privacy (ricordiamo che, ad esempio, per gli Stati Uniti l’intero iter si svolge sotto l’egida della Homeland Security / Customs and Border Protection) sta spingendo sempre più Paesi, per il visto necessario all’ingresso, ad adattarsi a questo schema.

Nel terzo millennio, in un ambito in cui – ormai – affidiamo ad app della pubblica amministrazione la nostra identità online e che ci permette persino l’accesso a dei certificati o a dei documenti per cui, in passato, dovevamo affrontare lunghe code e attese presso uno sportello di una istituzione locale, anche il sistema del visto deve adattarsi sempre di più all’agilità che le piattaforme digitali ci concedono. Il punto di equilibro – e questo vale anche per il visto e per tutte le documentazioni che ci permettono di raggiungere qualsiasi destinazione – deve essere sempre quello di una garanzia di sicurezza informatica e di protezione del dato personale. La tutela delle autorità governative e gli apparati di garanzia della privacy dei vari ordinamenti giocheranno una partita fondamentale nel rafforzamento di un sistema di richiesta di visti e autorizzazioni di viaggio in digitale.

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