La pagina Facebook che maledice Virginia Raggi e le augura il decesso

09/06/2019 di Enzo Boldi

Contestare un rappresentante politico per le sue idee e le sue (eventuali) mancanze è legittimo in uno stato democratico. Passare, però, alle minacce e alle maledizioni è delittuoso, inutile e volgarmente stupido. L’ultima a finire nel mirino dell’hate speech dei social è la sindaca di Roma Virginia Raggi, finita nel mirino di una pagina Facebook perché una lunga striscia di Sanpietrini, quei tipici blocchetti di leucitite che ricoprono alcune parti del manto stradale nella capitale, è stata coperta con dell’asfalto nella zona centralissima di Trastevere.

La pagina Facebook ‘Li Sanpietrini nun se toccano’ ha postato venerdì sera una foto che mostra come sia stato posato uno strato di asfalto in una delle strade di Trastevere, noto e caratteristico quartiere romano, lungo una via che era lastricata, per l’appunto, dai Sanpietrini. «Trastevere. Grazie Virginia per la tua continua opera di distruzione di Roma. Che tu sia maledetta, attendiamo il tuo decesso», questo è quanto è stato scritto dagli amministratori di quella pagina social che ha oltre 1400 fan.

La maledizione contro Virginia Raggi su Facebook

Questa pagina social è attiva da diverso tempo su Facebook e non ha mai lesinato critiche al degrado del centro storico di Roma e alla gestione cittadina della giunta a trazione Movimento 5 Stelle. Sotto al post incriminato, quello in cui si augura il decesso della Raggi, stanno intervenendo nelle ultime ore numerosi consiglieri comunali pentastellati per condannare l’accaduto e chiedere anche la chiusura della pagina da parte di Facebook per istigazione all’odio e condivisione di messaggi violenti.

Le proteste del Movimento 5 Stelle

Il capogruppo M5S in Campidoglio, Giuliano Pacetti, ha chiesto la «chiusura della pagina» sottolineando che «attacchi del genere promuovono solo odio e fanno male alla città». La collega pentastellata Annalisa Bernabei aggiunge: «Neanche le bestie sarebbero arrivate a tanto. Vi dovete solamente vergognare!».

(foto di copertina: ANSA/ MASSIMO PERCOSSI)

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