La ricetta del viceministro M5S: «Dobbiamo imparare dal Pci, con sedi e struttura pesante»
27/02/2019 di Redazione
Dopo le sconfitte alle Regionali in Abruzzo e in Sardegna ha ripreso vigore all’interno del M5S il dibattito sulle soluzioni da adottare per modificare la struttura dello stesso Movimento. Sul punto sembra non avere dubbi il deputato pentastellato e viceministro all’Istruzione Lorenzo Fioramonti, che Luigi Di Maio prima delle Politiche 2018 aveva indicato come possibile ministro dello Sviluppo Economico in un governo 5 Stelle. In un’intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero il professore di economia politica parla di necessità per i grillini di «imparare dal vecchio Pci, con struttura pesante con sedi e centri studi».
Il viceministro Fioramonti: «Il nuovo M5S? Dobbiamo imparare dal Pci»
«Abbiamo bisogno di essere presenti fisicamente con delle sedi per rispondere alle domande dei cittadini», ha affermato Fioramonti. E ha spiegato che serve «un altro tipo di radicamento», diverso dal modello Lega, e di «luoghi di studio ed elaborazione del pensiero». La ricetta del viceministro M5S è certamente qualcosa di molto diverso dall’organizzazione snella di un partito che vota spesso online, qualcosa di distante dal concetto di democrazia diretta: «Dobbiamo radicarci nei territori, il Movimento leggero non funziona più».
L’esempio migliore sarebbe quello del vecchio Partito Comunista Italiano. Senza dubbi. «Sì, il miglior modello da seguire è proprio quello», ha sottolineato Fioramonti. «Io – ha aggiunto il viceministro al Messaggero – ho 40 anni e dunque ho vaghi ricordi del Pci, ma ci serve quel tipo di professionismo. Gli intellettuali e gli economisti devono incontrarsi, parlarsi. E dare dei punti di riferimento». E ancora: «Ampi spazi dove confrontarci sono necessari. Perché poi da queste postazioni, dai centri studi si possono dare indicazioni importanti».
Fioramonti non ha alcun timore a tirare in ballo le forze politiche del ‘900. Il Pci «era un contenitore che funzionava», ha detto. «La mia non è una valutazione politica, ma tecnica. Adesso siamo nel 2019, ma certe cose non si improvvisano. Mettere in rete le competenze è importante». Ma gli attivisti, gradirebbero?
(Foto di copertina da archivio Ansa: il vice ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti alla Farnesina durante una cerimonia a novembre 2018. Credit immagine: ANSA / GIUSEPPE LAMI)