Verona è «città a favore della vita»: via libera ai finanziamenti a chi lotta contro l’aborto

05/10/2018 di Redazione

Andata senza ritorno verso il medioevo. Protagonista di questo collasso spazio-temporale è Verona. Ieri, il consiglio comunale ha approvato la mozione 434 che conferisce al centro veneto il titolo di Città della Vita e che approva una serie di finanziamenti nei confronti di alcune associazioni cattoliche che da anni sono impegnate nella loro campagna contro l’aborto.

Verona Città della vita, la mozione per finanziare le associazioni contro l’aborto

La mozione parte da una valutazione sugli aborti clandestini (che non può che essere sommaria, visto proprio il concetto di ‘aborto clandestino’), ma anche sulle morti nascoste «prodotte dalle pillole abortive». Il tutto, ovviamente, in coincidenza con il quarantesimo anniversario della promulgazione della legge 194 che legalizzava l’aborto. Un modo senz’altro sui generis di «celebrare» questa ricorrenza.

Per questo motivo, insomma, vengono stanziati, nel prossimo assestamento di bilancio, dei finanziamenti alle associazioni progetto Gemma e progetto Chiara, che operano per manifestare contro l’aborto. Inoltre, l’amministrazione comunale si impegnerà a promuovere il progetto regionale Culla segreta e a proclamare, come già detto, Verona «Città della vita».

La denuncia dell’associazione Non una di meno – Verona è molto forte. Alcune manifestanti erano presenti all’interno della sala consiliare di Verona e sono state trattenute nell’atrio per diverso tempo senza documenti. «Con 21 voti a favore e 6 contro, è stata approvata la mozione 434 che dichiara ufficialmente Verona “città a favore della vita” – hanno scritto su Facebook – e che finanzia associazioni cattoliche a scopo di lucro che hanno l’obiettivo di promuovere iniziative contro l’aborto».

La protesta di Non una di meno – Verona

Inoltre, l’associazione ha ricordato che a favore della maggioranza guidata dal sindaco Federico Sboarina (capo della coalizione di centro-destra) ha votato anche la consigliera comunale del Partito Democratico Padovani, cattolica, e da sempre schierata contro le unioni civili. «Le ancelle presenti a protestare – alcune manifestanti si erano vestite come in The Handmaid’s Tale – sono state sgomberate dall’aula e ora quasi 50 persone sono trattenute nell’androne del consiglio comunale senza che siano stati subito restituiti loro i documenti». 

I commenti di Sereni e Cirinnà, «Sono schifata»

Durante la presentazione del libro di Goffredo Bettino, Monica Cirinnà ha commentato il voto del consiglio comunale veronese, rivolgendosi sopratutto alla scelta di voto della capogruppo Pd. «Sono esterrefatta e schifata» ha dichiarato la senatrice del Partito Democratico, aggiungendo: « Va bene gli appelli all’unità, ma se l’unità deve essere un fritto misto, un mettere insieme questo e quello io non ci sto. Il Pd deve essere un partito fieramente di sinistra».

Dello stesso parere anche Marina Sereni, responsabile diritto alla Salute della segreteria Pd, che ricorda come la legge 194 sia nata «per difendere il diritto delle donne a non morire per aborto clandestino e per promuovere una scelta libera e consapevole di maternità. Il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza è diminuito negli ultimi decenni grazie a questa legge, all’azione di prevenzione dei servizi e alla diffusione delle pratiche contraccettive». Il vero problema, continua Sereni, è che la legge non viene applicata e garantita in maniera uniforme, e ricorda la battaglia del Pd per permettere ai medici di esercitare il loro diritto di obiettori senza per questo oscurare un altro diritto fondamentale. «Le donne italiane – prosegue – non possono essere ricacciate nell’incubo della maternità indesiderata o dell’aborto clandestino. Per questo il voto a favore della mozione della destra nel consiglio comunale di Verona da parte di una consigliera del Pd mi sembra del tutto sbagliato e incomprensibile».

[FOTO da account Facebook di Non una di meno – Verona]

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