Ufficiali rinviati a giudizio: non soccorsero in tempo i migranti in difficoltà

Sono stati rinviati a giudizio durante l’udienza delle indagini preliminari a Roma l’ufficiale responsabile della sala operativa della Guardia Costiera Leopoldo Manna e il comandante della sala operativa della Squadra navale della Marina Luca Licciardi. Dovranno rispondere davanti al giudice del ritardo nei soccorsi dei migranti in difficoltà, un ritardo che ebbe le devastanti conseguenze di un terribile naufragio.

Ufficiali rinviati a giudizio: non soccorsero in tempo i migranti in difficoltà

A morire furono 360 migranti, di cui 60 bambini, nelle acque poco distanti da Lampedusa l’11 ottobre 2013. Il peschereccio su cui viaggiavano aveva lasciato al Libia la sera prima, ma dopo aver lasciato l’Africa era stata colpita da alcuni proiettili. Fori che hanno aggravato la situazione di una imbarcazione sovraffollata e incapace di una traversata. Avevano cominciato a imbarcare acqua, ma erano riusciti a superare le acque maltesi e arrivare fino a circa 6o miglia da Lampedusa. Nel frattempo l’imbarcazione era stata notata da un aereo, che ne aveva segnalato la posizione. E nel solito braccio di ferro tra Italia e Malta, i due ufficiali imputati si sarebbero rifiutati di «adempiere ad un atto d’ufficio che per ragioni di sicurezza pubblica doveva essere compiuto senza ritardo», come ha dichiarato la Procura.

A poca distanza dall’imbarcazione in difficoltà infatti c’era la nave della Marina Militare Italiana “Libra”, ma i due ufficiali non avrebbero dato «l’ordine di intervento immediato alla massima velocità». L’esito è stato un terribile naufragio: 360 migranti morti, tra loro 60 bambini.

(Credits immagine di copertina: foto di repertorio ANSA)

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