Secondo la bozza di regole dell’UE, Google e Meta dovranno individuare e rimuovere il materiale pedopornografico online

Per la Commissione Europea l'abuso sessuale sui minori è un pericolo sempre più grande, così propone nuove regole per prevenire gli abusi online

11/05/2022 di Martina Maria Mancassola

Google, Meta e altri fornitori di servizi online dovranno trovare e rimuovere il materiale pedopornografico online alla luce delle disposizioni proposte dalla Commissione europea in una bozza, un’iniziativa che secondo alcuni gruppi sulla privacy potrebbe mettere le comunicazioni delle persone in pericolo. Le aziende tecnologiche che non osservano le regole rischiano multe fino al 6% del loro reddito annuo o fatturato globale, quantum che verrà individuato dai paesi membri dell’UE. L’esecutivo dell’UE ha dichiarato che la proposta annunciata oggi ha l’obiettivo di sostituire il sistema – attualmente in vigore – di rilevamento e segnalazione volontaria da parte delle aziende degli abusi, poiché tale sistema si è dimostrato inadeguato per proteggere i bambini dai crimini commessi via web.

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Google e Meta dovranno trovare ed eliminare il materiale pedopornografico online

La Commissione Europea ha fatto riferimento all’oltre un milione di segnalazioni di abusi sessuali su minori nel blocco di 27 paesi nel 2020, che con la pandemia di COVID-19 ha visto aumentare al 64% tali segnalazioni nel 2021 rispetto all’anno prima. Inoltre, il 60% del materiale pedopornografico in tutto il mondo è ospitato su server dell’UE. La Commissione ha affermato in una nota che: «Le norme proposte introducono l’obbligo per i pertinenti fornitori di servizi online di valutare il rischio di un uso improprio dei loro servizi per la diffusione di materiale pedopornografico o per l’adescamento dei bambini (grooming)». Tramite il profilo Twitter, la Commissione Europea ha dichiarato che: «L’abuso sessuale sui minori è un pericolo reale e crescente. Ogni anno vengono colpiti più di 2 milioni di bambini. Stiamo proponendo nuove regole per prevenire e combattere gli abusi sessuali sui minori online».

Le aziende tecnologiche dovranno, dunque, segnalare ed eliminare immagini e video inosservanti delle disposizioni europee, nonché i casi di grooming, il cd adescamento online di minori che, secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, vede 2 minori su 10 accettare l’amicizia di sconosciuti sulle piattaforme online, esponendosi a pericoli molto alti. Verrà istituito un centro dell’UE che si occuperà degli abusi sessuali sui minori e che, oltre a diventare il centro di competenza in materia, si occuperà di trasmettere le denunce alle autorità competenti. Le regole si applicheranno ai servizi di hosting e ai servizi di comunicazione interpersonale come i servizi di messaggistica, gli app store e i fornitori di accesso a internet. Però, secondo il gruppo di lobby European Digital Rights, la proposta della Commissione potrebbe mettere a rischio la crittografia «end-to-end» e dare il via a modalità di controllo e sorveglianza autoritari. WhatsApp, l’app di messaggistica di cui è a capo Meta, pare non aver condiviso le preoccupazioni della Commissione Europea. Infatti, Will Cathcart, capo di WhatsApp, in un tweet ha dichiarato che è: «Incredibilmente deludente vedere una proposta di regolamento UE su Internet non riuscire a proteggere la crittografia end-to-end».

Anche Matthew Green ha detto la sua: «Parlando di problemi reali di libertà di parola, l’UE propone un regolamento che potrebbe imporre la scansione dei messaggi crittografati per il materiale CSAM. Questa è di nuovo Apple».

Infine, un portavoce di Meta ha dichiarato che: «È importante che qualsiasi misura adottata non pregiudichi la crittografia end-to-end che protegge la sicurezza e la privacy di miliardi di persone, compresi i bambini». La bozza di regole dell’UE, ad ogni modo, dovrà essere discussa con i paesi ed i legislatori dell’UE prima di potersi tradursi in legge.

Foto IPP/imagostock
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