L’analisi dei post Twitter come prezioso mezzo di monitoraggio e previsione dell’andamento del Covid
Twitter prevede il Covid poiché monitorare l'utilizzo della parola polmonite può mostrare l'umento casi prima delle analisi epidemiologiche
04/02/2021 di Ilaria Roncone
Tramite Twitter sarebbe stato possibile prevedere l’esplosione del Covid già tra dicembre 2019 e gennaio 2020 e, sempre analizzando il social, sarebbe possibile prevedere anche l’esplosione di nuovi focolai nelle varie zone interessate ai monitoraggi. Questa la conclusione di uno studio italiano pubblicato su Scientific Reports ad opera di un gruppo di ricercatori della Scuola IMT Alti Studi Lucca. Che le zone del mondo interessate all’esplosione dei focolai a febbraio e marzo sarebbero avrebbero avuto questo problema Twitter lo aveva già previsto tra dicembre 2019 e gennaio 2020. Come? Con l’aumento degli della menzione di sintomi direttamente riconducibili al Covid-19.
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Twitter prevede Covid: come sfruttare i social per intercettare i focolai
Sembra una teoria assurda ma, leggendo lo studio, l’ipotesi che i social network possano misurare l’andamento della pandemia non sembra più così impossibile. L’allarme sanitario che stava per colpire il globo – arrivato ufficialmente da parte della Cina il 21 gennaio 2020 – su Twitter era già visibile tra a dicembre 2019 e gennaio 2020. Già precedentemente il monitoraggio dei post social è stato un indicatore efficace della diffusione di sintomi riconducibili all’influenza prima che le verifiche epidemiologiche tradizionali confermassero; il Covid non fa eccezione, sottolinea Focus. Creando un database di tutti i post Twitter contenenti il termine “polmonte” in italiano e nelle altre sei lingue maggiormente parlate nell’Unione europea il team di ricerca ha effettivamente registrato un aumento dei contenuti rispetto allo stesso periodo negli anni precedenti. La scelta della parola chiave polmonite – così come tosse secca – è stata fatta poiché i sintomi polmonari sono stati i primi ad essere associati al coronavirus, così da evitare la sovrapposizione con la stagione influenzale dello scorso inverno.
Post social come misura in tempo reale dell’andamento della pandemia
Prendiamo il caso dell’Italia, dove il fantomatico paziente zero è stato individuato a Codogno il 20 febbraio 2020, e analizziamo il fattore temporale. Nel nostro paese durante le settimane precedenti all’individuazione del primo caso c’era stato, su Twitter, un aumento dell’uso del termine polmonite maggiore rispetto allo stesso periodo del 2019. Stessa cosa in Francia. In Polonia, spagna e Regno Unito si assiste allo stesso fenomeno con due settimane di ritardo. Dal punto di vista geografico i 13 mila tweet con la parola polmonite individuati si collocano maggiormente proprio nei luoghi che, nel giro di un mese o due, sarebbero diventati epicentri Covid come la Lombardia e Madrid. La conclusione dello studio è che i post social potrebbero essere utilizzati per monitorare l’andamento del Covid in vaste aree geografiche mentre la popolazione viene vaccinata così da intercettare sul nascere pericolosi focolai che potrebbero esplodere.