Perché il Gruppo San Donato si è distanziato dal tweet di Burioni sui pronto soccorso affollati

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Il Gruppo San Donato e l'università San Raffaele si sono distanziati da quanto ha affermato Burioni, loro esponente in vista

«Alcuni dicono che i pronto soccorso sono affollati da persone in preda al panico, e può essere vero. Ma quelle centinaia di persone che finiscono ogni giorno al cimitero a causa di Covid-19, sono spinte dal panico? Basta bugie. Basta bugie. Basta Bugie»: questo tweet di Roberto Burioni ha meritato una risposta del Gruppo San Donato e dell’università Vita-Salute San Raffaele più di qualsiasi altra affermazione precedentemente fatta da altri loro esponenti in vista quali Alberto Zangrillo e Fabrizio Pregliasco. Compresa quella, ormai diventata storia, del “virus clinicamente morto”.



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Il Gruppo San Donato si distanzia da Burioni

Lo fa tramite una nota nella quale fa riferimento a quanto scritto il virologo e professore ordinario all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano: «In merito al tweet postato questo pomeriggio dal professor Roberto Burioni, nel quale si fa riferimento ai pronto soccorso, il Gruppo San Donato e l’università Vita-Salute San Raffaele si discostano dal pensiero del professore, in quanto le sue considerazioni sono del tutto infondate dal momento che non è a conoscenza della realtà clinica che si vive nei pronto soccorso e nei reparti Covid». Non manca l’invito a Burioni «pur riconoscendo l’autonomia di espressione, a considerazioni più rispettose della verità e del lavoro altrui».

L’intento del Gruppo San Donato e San Raffaele è quello di rassicurare

La risposta riservata a Burioni può sembrare sorprendente ma è frutto di una precisa scelta che si evince da una mail riservata inviata il 2 novembre dalla responsabile comunicazione del gruppo a tutti i membri più in vista e influenti dal punto di vista mediatico, come riporta Repubblica. Si parla di una serie di «messaggi chiave condivisi con Paolo Rotelli» – presidente del Gruppo San Donato – il cui scopo deve essere quello di rassicurare la popolazione poiché «le scelte fatte finora dal governo sono tutte ragionevoli e i numeri lo stanno dimostrando». Nel testo si leggono una serie si altre affermazioni che vanno tutte in questa direzione: «I numeri della ventilazione assistita e delle terapie intensive stanno crescendo molto poco», «la curva dei contagi cresce, ma cresce soprattutto quella relativa ai pazienti meno gravi», «le misure adottate stanno funzionando e non serve un nuovo lockdown generale». Si chiede ai divulgatori, inoltre, di «ricordare che ogni giorno in Italia continuano a esserci 650 decessi per infarto e 450 per tumori» e che «tra qualche mese rischiamo di avere più morti per queste patologie, piuttosto che per Covid».  L’antifona è chiara: vanno utilizzati toni rassicuranti rispetto alla pandemia.

(Immagine copertina: foto dal profilo Facebook dell’Università San Raffaele+tweet Burioni)