Turchia, per Sassoli “l’embargo non è abbastanza”

È duro e senza ambiguità la condanna del Presidente del Parlamento Europeo contro l’attacco sferrato dalla Turchia  contro i curdi: «Ankara non pensi che finisce qui, con l’embargo alle armi» ha detto David Sassoli commentando l’iniziativa di alcuni stati europei «Abbiamo bisogno di studiare anche altre misure». E se, da una parte riconosce che la Turchia è un paese “amico”, membro della Nato, dall’altro Sassoli parla apertamente di genocidio di Ankara contro i curdi: «Un paese con cui vogliamo stare in amicizia non va a fare la guerra, tantomeno a scatenare il genocidio di un popolo al quale noi dobbiamo anche essere riconoscenti». Perché quello di Erdogan non è un atto di polizia o di antiterrorismo, ma è’ «l’invasione di un altro Paese ed e’ un atto di guerra contro civili».

La stoccata di Sassoli a Salvini: “La Ue non finanzia Erdogan”

E arriva anche la risposta a Matteo Salvini che ieri, durante la trasmissione  ‘Mezz’ora in piu’ aveva accusato la UE di stare studiando finanziamenti alla Turchia per favorirne l’entrata nella UE. «L’onorevole Matteo Salvini, se fosse venuto un po’ piu’ spesso al Parlamento Europeo, si sarebbe accorto che non c’e’ un finanziamento al governo di Recep Erdogan» ha dichiarato l’esponente PD, aggiungendo «se fosse venuto avrebbe saputo che, dei due miliardi dati dal bilancio dell’Unione Europea, solo per una piccola percentuale, del 5-10% vengono dati al ministero della Giustizia turca, per progetti di amministrazione della giustizia». Inoltre il grosso del finanziamento viene dato alle agenzie delle Nazioni Unite e a quelle europee che si occupano direttamente di quei campi profughi. Per cui, «non c’e’ un travaso di soldi alle autorità turche». A questo si aggiunge «un altro miliardo stanziato dagli Stati membri dell’Europa». In conclusione «si tratta di 3 miliardi già rifinanziati che vanno per più del 90% agli operatori che curano quei campi profughi per progetti alimentari scolastici». Precisazioni forse necessarie, perché anche un dramma senza fine, come quello subito dal popolo curdo, può velocemente trasformarsi nell’ennesima occasione di propaganda per la politica nostrana.

(FOTO / PARLAMENTO EUROPEO)

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