Trump deve la sua vittoria a Elon Musk: «È nata una stella»

Il nuovo Presidente degli Stati Uniti ha definito l'imprenditore (che lo ha fortemente sostenuto durante la campagna elettorale) un «supergenio» da tutelare

06/11/2024 di Enzo Boldi

È stato il vero promotore della sua campagna elettorale, investendo oltre 75 milioni di dollari. Lo ha fatto di persona, partecipando a numerosi comizi, e attraverso quella piattaforma social che ha dato un enorme respiro alla narrazione Repubblicana in vista delle Presidenziali americane. Avrebbe vinto lo stesso? Probabilmente sì, ma non vi è alcuna certezza. Per questo motivo il discorso in cui Donald Trump ringrazia pubblicamente Elon Musk per quanto fatto nel corso di questi mesi è la cartina di tornasole dell’influenza sociale (e politica) dell’imprenditore più ricco del mondo.

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Dal palco del Convention Center di Palm Beach (Florida), il quartier generale del partito Repubblicano, Donald Trump ha incensato non solo il ruolo di Elon Musk nel corso della campagna elettorale, ma anche il suo lavoro da imprenditore. Anzi, da «supergenio». Le capacità imprenditoriali del fondatore di Tesla (e non solo) non sono mai state messe in dubbio da nessuno. Tutto il mondo, infatti, conosce bene il suo peso specifico nello sviluppo tecnologico e digitale. Ma il nuovo Presidente degli Stati Uniti sembra essersene accorto solamente di recente, proprio durante questo supporto attivo (e proattivo) alla campagna elettorale Repubblicana.

Trump ringrazia Musk per la sua campagna elettorale

«Abbiamo una nuova stella, una stella è nata: Elon. È un uomo straordinario, siamo stati insieme questa notte, ha passato due settimane a Philadelphia, in diverse parti della Pennsylvania, facendo campagna per me», ha detto Trump nel corso del suo discorso a Palm Beach. Una stella che ha investito milioni di dollari nella speranza che il Repubblicano fosse ri-eletto alla Casa Bianca, mettendo anche in scena una falsa lotteria da un milione di dollari a persona. Una stella che, ora, passerà all’incasso per riscuotere quella promessa di nomina a capo di una commissione sull’efficienza del governo, dando vita a un conflitto d’interessi talmente evidente dall’essere paradossale.

Poi, però, una verità palese agli occhi di tutti. Trump ha definito Elon Musk un «supergenio». Su questo c’è ben poco da dire. Nel corso degli anni, le sue intuizioni imprenditoriali hanno dato vita a un vero e proprio impero. E non è un caso che, anche alla fine dei quest’anno, sarà ancora lui l’uomo più ricco del mondo. Ma in termini di coerenza e trasparenza Musk è molto distante dalle reali esigenze del popolo americano.

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