Trump accusa il NY Times di fake news perché ha detto che Pence non può bloccare l’elezione di Biden

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L'incredibile accusa del presidente uscente

Passaggio cruciale, quello di oggi, nella democrazia americana. Innanzitutto, c’è da attendere l’esito di due collegi della Georgia che eleggeranno altrettanti senatori decisivi per la maggioranza (sia repubblicana, sia democratica) nei prossimi due anni. Poi, c’è altrettanta attesa per il discorso (che avverrà intorno alle 13, ora locale) di Mike Pence davanti al Congresso. Secondo Donald Trump, il vicepresidente avrebbe il potere per bloccare la transizione e rimandare agli stati – o eventualmente al congresso – l’elezione contestata di Joe Biden. Tuttavia, ci sono pareri molto discordanti sul fatto che ciò possa avvenire e, nonostante ciò, Trump accusa il Ny Times di fake news proprio perché ha riportato pareri di illustri costituzionalisti su quello che Pence potrà o non potrà fare quest’oggi.



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Trump accusa il Ny Times di fake news sull’intervento di Pence

Può il presidente uscente che ha utilizzato nella maniera più contestata possibile i suoi account social, che ha contribuito alla diffusione di falsa informazione sfruttando portali di news dalla dubbia credibilità e divulgandoli attraverso i propri canali da milioni di followers accusare il baluardo del giornalismo mondiale di diffondere bufale? A quanto pare è quello che è successo proprio nelle ultime ore. La giornalista Maggie Haberman aveva realizzato un servizio dalla Casa Bianca in cui dava conto delle perplessità di Mike Pence a proposito di quanto fosse in suo potere nel suo intervento di oggi al Congresso.



Secondo il Ny Times, nel corso dell’incontro settimanale tra Pence e Trump, quest’ultimo avrebbe fatto pressioni sul vicepresidente affinché, nel suo discorso al Congresso, respingesse quelli che sono considerati «grandi elettori scelti in maniera fraudolenta». Tuttavia, il presidente Pence avrebbe spiegato a Trump che non avrà alcun potere per poter fare questa dichiarazione. E anche i costituzionalisti – oltre a diversi senatori repubblicani – hanno sottolineato come il passaggio di oggi di Pence al Congresso sia semplicemente una questione formale, priva di alcun orizzonte sovversivo.

Oggi si prevede semplicemente un dibattito molto lungo (se almeno un senatore o un deputato per stato contesteranno l’esito delle elezioni, allora si darà spazio a interventi dei rappresentanti del popolo americano e a una votazione che – sia nel campo democratico, sia in quello repubblicano – avrà un esito scontato), ma nulla di più. Eppure, dopo l’uscita dell’articolo del Ny Times, Trump ha voluto acuire la tensione pubblicando una dichiarazione in cui accusa il quotidiano della Grande Mela di fake news.



«Riportando alcuni presunti commenti del vicepresidente Mike Pence, il Ny Times ha diffuso fake news – si legge nella dichiarazione di Trump -. Non ha mai detto quanto riportato dal giornale. Io e il vicepresidente siamo totalmente d’accordo sul fatto che lui possa agire davanti al Congresso, come stabilito. Il nostro vicepresidente ha diverse opzioni che derivano dalla costituzione degli Stati Uniti. Può smentire la certificazione delle elezioni o respingerle verso i singoli stati. Può anche non certificare risultati illegali e corrotti e rimandarli davanti alle camere dei rappresentanti per un singolo voto su ogni singolo stato contestato».

Ma Trump insiste e continua a far pressioni su Pence

La risposta di Maggie Haberman? Un chiaro riferimento alla metodologia utilizzata per mettere nero su bianco l’articolo: «Le cose che il presidente afferma che Pence può fare, in realtà, non sono cose che può fare, secondo quasi tutti gli esperti costituzionali. Ma potrebbero essere le argomentazioni che verranno usate dai singoli alleati di Trump durante il dibattito al Congresso.

Pochi minuti fa, inoltre, il presidente uscente Trump ha esercitato nuovamente “pressione” su Mike Pence affinché, oggi, non riconosca il risultato elettorale: «Se il vicepresidente sarà con noi – ha scritto Trump – vinceremo la presidenza. Mike può rimandare agli stati il risultato elettorale». Ovviamente, il tweet con cui Trump ha fatto questa dichiarazione è stato bollato come a rischio fake news dal social network di Jack Dorsey.