Amazon Web Services e la truffa delle celebrità che sponsorizzano caramelle gommose al CBD
AWS non sta facendo abbastanza per evitare che anziani e disabili caschino nella truffa delle celebrità che pubblicizzano prodotti con CBD
17/08/2022 di Ilaria Roncone
Si tratta di una truffa che ha coinvolto nomi del calibro di Reba McEntire (star della musica country), Oprah Winfre e il cast del programma televisivo “Shark Tank”. Si tratta di una storia che va avanti da un po’ e rispetto alla quale Snopes ha già fatto due reportage segnalando la questione ad Amazon Web Services ma che, a conti fatti, vede l’azienda che offre servizi di cloud computing continuare ad ospitare quelli che sono a tutti gli effetti contenuti truffa celebrità che pubblicizzano CBD.
LEGGI ANCHE >>> Perché alcuni creator TikTok si stanno ribellando a Amazon
Truffa celebrità che pubblicizzano CBD, come si cade nell’inganno?
Snopes riferisce di aver segnalato almeno un paio di volte via mail a AWS questi file truffa che continuano ad essere veicolati senza il consenso da parte delle star coinvolte all’utilizzo della loro immagine. In particolare, da anni le truffe vanno avanti pubblicizzando olio e gomme Keto al CBD. Come funziona l’inganno? I clienti si ritrovano a ordinare prodotti con la convinzione indotta che funzionino e possano curare malattie come la demenza; a farglielo credere sono volti del calibro di quelli che abbiamo citato sopra ma che, di fatti, non sono mai stati coinvolti né hanno mai provato il prodotto o affermato che curasse malattie.
Facendo ricerche sulle pagine truffa, è emerso come alcuni clienti si siano visti anche addebitare più soldi di quanti teoricamente richiesti per il prodotto; c’è chi segnala difficoltà nel contattare le aziende che vendono i prodotti così come nella restituzione o nei rimborsi. Dove dovrebbero esserci numeri di telefono per contattare i venditori, per intenderci, non si trova nulla. I file che promuovono la truffa possono essere di qualsiasi tipo, da immagini a JavaScript passando per file .ccs, e compaiono tutti in un articolo fintamente attribuito a Fox News (che con la questione non c’entra assolutamente nulla).
Che dice Amazon in merito?
Cosa succede segnalando il fatto a AWS? In uno scambio di mail tra Snopes e il servizio di cloud computing di Amazon emerge come l’azienda inviti a segnalare i link dei contenuti che violano la policy richiedendo, tuttavia, una serie di informazioni di cui chi vuole segnalare non dispone. Il risultato è che, nonostante il sito di fact checking abbia segnalato che a cadere nella truffa – secondo le testimonianze – sono maggiormente anziani e disabili (considerata la natura terapeutica del prodotto), AWS non avrebbe ancora fatto nulla per porre rimedio all’incresciosa circostanza.