La Trenta attacca Salvini e svela i retroscena dello sbarco del veliero Alex

Sono giornate intense per il Governo. Al dramma umano dei migranti, in rotta verso Lampedusa, si sovrappone il protagonismo personale di Matteo Salvini, pronto ormai a capitalizzare ogni scontro con l’ONG di turno in rotta verso le coste italiane con il consueto, e drammatico, carico di disperati. Una dinamica che sta stancando anche alcuni esponenti del Governo, con i pentastellati sempre più consapevoli del ritorno elettorale che queste liti , sempre in favore di telecamera, hanno per il leader leghista. E ad andare all’attacco della politica del ministro, c’è stavolta la ministra della Difesa Elisabetta Trenta, che ricorda a Salvini l’affossamento della missione “Sophia: «Quanto che sta accadendo in questi giorni si sarebbe potuto evitare – spiega in una intervista al Corriere della Sera – Lo avevo detto a Matteo Salvini: senza la missione Sophia torneranno le Ong. Non ha voluto ascoltare e adesso si lamenta».

Nata nel 2015, la missione Sophia era una missione UE volta, tramite l’utilizzo di navi militari europee, a contrastare il l’immigrazione clandestina, svolgere attività di intelligence in acque libiche e salvare la vita dei profughi.  Missione europea che è stata sostanzialmente depotenziata, anche a causa dal braccio di ferro con la Ue della componente leghista del Governo.

Lo scontro sul veliero Alex dell’ONG Mediterranea: i retroscena

Ma gli attacchi del ministro non si fermano qui. Il riferimento è a quanto accaduto venerdì scorso, quando Malta aveva concesso il permesso di sbarco, e il veliero Alex ha atteso in alto mare l’arrivo delle motovedette che avrebbero dovuto accompagnare il viaggio verso La Valletta Come è noto, nessuno e’ arrivato e l’Ong ha deciso di  quindi di fare rotta verso Lampedusa. Ora Trenta svela dettagli. «Il generale Pietro Serino, il mio capo di gabinetto, ha chiamato il prefetto Matteo Piantedosi offrendo il supporto delle navi militari. Abbiamo chiarito che con le nostre navi potevamo occuparci del trasbordo immediato dei migranti a Malta, quindi per portarli lontano dalle nostre coste visto che anche pubblicamente le autorità de La Valletta si erano dette pronte ad accoglierli. Eravamo a disposizione per il massimo sostegno, ci e’ stato detto che non serviva. Siamo rimasti a disposizione, pronti».

Una dinamica dalla quale sembra evidente l’obiettivo di far salire la tensione per poi capitalizzare tutto a scopo politico. Ma la Trenta non ci sta e chiede “rispetto”: «Non ho motivo di dubitare di Salvini, se ha ritenuto cosi’ avra’ avuto i suoi buoni motivi. A questo punto trovo pero’ inopportuno che attacchi sempre i militari. L’ho già detto varie volte e lo ribadisco: serve rispetto».

“Qualcuno si è svegliato “nervosetto”: la lapidaria risposta di Salvini

«Non rispondo alle polemiche. Il lunedì mattina mi alzo contento, altri un po’ nervosetti, problema loro» è la lapidaria replica di Salvini che poi difende la scelta di non puntare più sull’operazione Sophia:  “Replicano i numeri. La missione Sophia con tutto il rispetto recuperó decine di migliaia di immigrati e li portò tutti in Italia, perché questo prevedevano le regole della missione. Ditemi se il contrasto dell’immigrazione clandestina è recuperare decine di migliaia di immigrati in giro per il Mediterraneo e portarli tutti in Italia”. Nessun accenno ai margini politici di cambiamento della missione o all’apertura di un tavolo con la UE sul problema dell’immigrazione. E l’impressione è che lo scontro perenne con le ONG sia ormai funzionale alla retorica di un Governo sempre più a trazione leghista.

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