Ma davvero credete che si possa trasportare il Covid-19 su un treno che lo scrive pure in bella vista?

Categorie: Fact Checking

La bufala è stata diffusa negli Stati Uniti, ma è arrivata rapidamente anche in Italia

Avevamo pensato, in realtà, che a una notizia come questa non valesse la pena dare spazio, dal momento che risultava del tutto evidente che non si può trasportare un virus su un treno che, tra l’altro, lo promuove su un suo vagone come se fosse la pubblicità di un elettrodomestico. Eppure, la grande diffusione di un post partito dagli Stati Uniti e arrivato dritto in Italia ci ha convinto a ribadire che la storia del treno Covid-19 è un falso. È bene, a questo punto, che circoli il più possibile il debunking di una foto falsa, piuttosto che la foto stessa, anche se operazioni di fact checking erano già state fatte dal sito statunitense Snopes e da Bufale.net in Italia.



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Treno Covid-19, la bufala che arriva dagli Stati Uniti

Dunque, l’immagine. Si vede un treno merci che ha nel suo primo vagone la scritta – che campeggia in bella mostra – Covid-19. Si tratta chiaramente di una foto ritoccata, dal momento che negli Stati Uniti le sigle che identificano i treni merci sono formate da quattro lettere seguite da alcuni numeri e non dalla sequenza che arriva a formare la parola Covid-19. Inoltre, se si osserva bene la fotografia, si noterà senz’altro che la scritta è fuori prospettiva, dal momento che la forma del vagone è ricurva, mentre la scritta ricade dritta sulla superficie. Dunque, c’è stato un lavoro piuttosto grossolano in post produzione per ricavare questa immagine.



Inoltre, ma vale appena la pena ricordarlo, nel post si sottolinea come questo treno stesse circolando sin dalla fine dello scorso anno. Covid-19 è il nome della malattia che è stato dato dai ricercatori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il 12 febbraio scorso. Da prima, la malattia era connessa esclusivamente al nome del virus (coronavirus o, ancora meglio, SARS-CoV-2). È molto improbabile, se non nelle teorie più complottiste, che si riuscisse a identificare il virus con lo stesso nome della malattia che l’Oms ha dato ben quattro-cinque mesi dopo rispetto alla presunta (e lo si sottolinea ancora una volta, presunta) realizzazione della fotografia.



Ma poi, siamo davvero così sicuri che un virus (anzi, in questo caso sarebbe proprio la stessa malattia) si possa trasportare con tanta facilità su un treno merci non troppo moderno, senza alcuna precauzione e – soprattutto – con la scritta in bella vista?