TRE STORIE FRANCESI, MONDIALI, UNICHE. E DI MERCATO – L’editoriale di Alfredo Pedullà

Didì è sul tetto del mondo con la sua Francia, i gioielli sono stati lucidati. Per qualcuno (Pogba) è una grande rivalutazione dopo una stagione poco brillante. Per qualche altro (Griezmann e Mbappé) la conferma che stiamo parlando di fenomeni veri. Il tassametro delle valutazioni schizzerà ancora di più verso l’alto, non abbiamo dubbi. La Francia aveva un pallone sul dischetto: poi forte dell’orgogliosissima Croazia, non ha fallito. Ma aveva anche l’occasione per mettere in vetrina tre tra i tanti collier della casa. E’ stato un trionfo, con effetti innegabili e inevitabili sul mercato.

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Pogba non era diventato certo una comparsa dopo la stagione così e così con il Manchester United. Ma aveva pagato alcune cose, forse la collocazione tattica, di sicuro un rapporto con Mourinho che strada facendo si è incrinato. Lo stavano aspettando al varco, come se il Mondiale dovesse essere una storia da “dentro o fuori” per il suo futuro. Dentro con tanto di dedica, perché Paul è stato spesso nel vivo, ha colpito quando ha dovuto farlo e ha messo il timbro nella finale che da sogno è diventata follia e gioia collettiva. Non sappiamo cosa abbia in mente lo United e se davvero esista la volontà di metterlo eventualmente sul mercato. Sappiamo, invece, che se fossimo nei panni dello Special One ci penseremmo diecimila volte (più una) prima di salutare l’uragano Pogba. Anche perché un’altra stagione a Manchester, quella dell’assestamento, aiuterebbe di sicuro a migliorare il rendimento.

POGBA
(Paul POGBA – Foto di Elmar Kremser/SVEN SIMON- ANSA/DPA)

Griezmann è l’attaccante che tutti vorrebbero avere. Moderno, universale, furbo, freddo, cinico, letale, mai banale. Non a caso c’è stato chi, il Barcellona, si sarebbe svenato pur di portarlo alla corte di Messi. Ma siccome l’Atletico Madrid è la casa della fedeltà (in tanti vorrebbero andare, poi all’ultimo momento si pentono e restano dove sono) lui non ha inteso tradire il Cholo e ha rinviato l’addio. Griezmann è la freschezza, la limpidezza, di una cascata che ti travolge quando sei stanco, quasi pronto alla resa e hai bisogno di segnali prorompenti per sentirti vivo. Griezmann è l’amico della porta accanto su cui sai di poter contare, gli bussi alle due di notte per chiedere una cortesia che soltanto lui può farti e quindi torni a casa felice, Mbappé è il fratellino minore che hai cresciuto fino a quando lui non ha deciso di salutarti. Semplicemente perché non poteva più giocare nel cortile sotto casa, ma si sentiva pronto per le imprese epiche. Non a caso hanno speso una cifra enorme, 180 milioni compreso il riscatto, quando era poco più di un maggiorenne. E ci stupiremmo ora se il Paris Saint-Germain cedesse alle lusinghe del Real Madrid piuttosto che blindarlo con un altro contratto come meritano i super eroi del pallone. Mbappé è una scintilla, neanche te ne accorgi che ha già fatto fuoco. L’unico, a nostro parere, in grado di raccogliere l’eredità di CR7 puntando sulla forza dell’età e di una classe straordinaria. Ma da Parigi non si muove, blindatissimo.

La Francia è sul tetto, guarda il nemico dall’alto, sarà festa per giorni e settimane. Ma ci sono tre storie uniche, di mercato, che terranno desta l’attenzione persino a Ferragosto sotto l’ombrellone. Dimenticavamo la premessa: tre gioielli così se ce li hai non te li fai portare via. Neanche per tutto l’oro del mondo.

 

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