Travaglio attacca la Rai: «In un Paese normale, il caso Fedez non esisterebbe»

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L'intervento del direttore del Fatto Quotidiano a Otto e Mezzo

Le parole di Marco Travaglio su Fedez non sono banali. Non perché il direttore del Fatto Quotidiano non abbia mai fatto mistero di contrastare la Rai, almeno quella attuale, su diversi punti della sua governance. Quanto, al contrario, per il fatto di essere stato chiamato in ballo – almeno per quanto riguarda alcuni retroscena che, poi, non sono stati confermati nei fatti – come presunto artefice, insieme a Peter Gomez, dello scontro frontale tra Fedez e la Rai, con tanto di telefonata registrata con i membri della società di produzione del Concertone del Primo Maggio e con la vicedirettrice di Raitre Ilaria Capitani.



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Travaglio su Fedez e la Rai che in un Paese normale non si comporterebbe così

Il teatro per queste sue parole è quello di Otto e Mezzo, il programma di Lilli Gruber su La7, dove Marco Travaglio è frequentemente ospite. «Il caso Fedez non esisterebbe se fossimo in un Paese normale – ha detto il direttore del Fatto Quotidiano -, dove i politici non parlano dei palinsesti televisivi e non nominano i dirigenti della Rai, dove la televisione di Stato è di Stato in quanto dei cittadini, dove c’è una fondazione come la Bbc che si occupa di televisione e i politici ci vanno chiedendo il permesso, anziché sfondando la porta a calci».



Insomma, un attacco frontale ai vertici della Rai e un grosso punto interrogativo sul servizio pubblico radiotelevisivo di un Paese che continua a far fare le nomine ai politici. Nonostante l’avvento, nelle stanze delle istituzioni, del Movimento 5 Stelle che aveva promesso, tra i suoi punti originari, di eliminare qualsiasi tipo di lottizzazione della Rai. Le parole di Marco Travaglio seguono alla forte campagna che ha avviato sul Fatto Quotidiano negli ultimi giorni, a corredo delle dichiarazioni di Franco Di Mare in commissione di Vigilanza Rai (il direttore di Raitre aveva parlato di un agguato da parte di Fedez) e ha spesso preso in giro chi lo dipingeva come il grande tessitore della manovra di Fedez. Anche a Otto e Mezzo ha voluto prendere decisamente le distanze da tutto questo: «Fedez ha fatto come tanti altri artisti di fama mondiale, che scelgono le battaglie da combattere».