Travaglio bacchetta i giallo-verdi: «La pace fiscale condono è e condono resta»
20/09/2018 di Redazione
«Se una legge consente a chi non ha pagato le tasse di cavarsela versandone una parte, condono è e condono rimane». Non usa mezze misure Marco Travaglio per bacchettare il governo e la maggioranza giallo-verde nei giorni di confronto più acceso sulla legge di Bilancio. Il direttore del Fatto Quotidiano dedica oggi il suo editoriale in prima pagina al tema della pace fiscale, una delle principali proposte del contratto di programma sottoscritto da M5S e Lega alla nascita dell’esecutivo Conte, spiegando di considerarla come una vera e propria sanatoria.
Pace fiscale, Travaglio: «Qualsiasi legge che consente di cavarsela è un condono»
«Si può chiamarla come si vuole – ha scritto Travaglio –: voluntary disclosure, concordato fiscale, emersione del sommerso, rottamazione delle cartelle, definizione agevolata, ravvedimento operoso e altri sinonimi alla vaselina, come facevano i paraculi di destra o di sinistra; oppure pace fiscale, come fanno i paraculi giallo-verdi. Ma se una legge consente a chi non ha pagato le tasse di cavarsela versandone una parte, senza multe né conseguenze penali, condono è e condono resta. Quindi un ‘governo del cambiamento’ che si rispetti dovrebbe partire di qui: chiamando le cose col loro nome senza prendere in giro gli italiani». Il direttore ricorda cosa c’era scritto nel contratto di governo di Movimento 5 Stelle e Lega, spiegando poi che – a suo avviso – una pace fiscale potrebbe essere accettabile solo in versione ‘mini’, con un contemporaneo, drastico, aumento delle pene, e con un’abolizione delle soglie di evasione.
La proposta
Più nel dettaglio, secondo Travaglio bisognerebbe abbattere i tetti superati i quali l’evasione è un reato, ed attuare una pace fiscale limitata – proprio come messo nero su bianco nel contratto – alle «situazioni eccezionali e involontarie di dimostrata difficoltà economica», limitata cioè ai contribuenti che non hanno pagato fino a un certo punto le cartelle di Equitalia perché senza soldi, mentre in precedenza avevano saldato tutti i conti con il Fisco. L’importo massimo della pace fiscale poi – secondo il direttore del Fatto – non dovrebbe essere di un milione di euro l’anno, come chiede la Lega, ma di poche centinaia di migliaia di euro. Ora – vien da chiedersi – i 5 Stelle, attenti alla linea della testata più vicina alle loro battaglie, ascolteranno?
(Foto di copertina da archivio Ansa: Luigi Di Maio e Marco Travaglio alla festa del Movimento 5 Stelle presso il Parco Peccei, a Torino, il 10 settembre 2017. Credit immagine: ANSA / ALESSANDRO DI MARCO)