Toninelli non chiede scusa a Marino: «Ha una responsabilità morale»

09/04/2019 di Enzo Boldi

Tra i tanti argomenti trattati nel corso della sua intervista con Giovanni Floris a Di Martedì, su La7, Danilo Toninelli ha parlato anche dell’assoluzione di Ignazio Marino dall’accusa di peculato per la vicenda degli scontrini e delle cene che, secondo l’accusa, erano state pagate con la carta di credito del Comune riservata alle spese di rappresentanza. Poco prima delle 20, la Cassazione ha annullato la sentenza della corte d’Appello spiegando come il «fatto non sussiste».

Il giudizio della corte Suprema, quindi, diventa insindacabile. Danilo Toninelli, però, non si è dato per vinto ed è tornato ad accusare l’ex sindaco di Roma: «Cosa le devo dire? – dice il ministro dell’Interno rispondendo alla domanda di Floris sulla sentenza della Cassazione -. Prima della responsabilità penale viene la responsabilità morale». Però, forse il capo del Mit dimentica che Ignazio Marino è stato assolto perché il fatto non sussiste, quindi le accuse all’ex primo cittadino della capitale erano completamente errate e inopportune.

Toninelli non perdona (e non chiede scusa) a Marino

Il tema della responsabilità morale ha un doppio volto, è evidente. Per la sindaca a Cinque Stelle Virginia Raggi, infatti, il MoVimento è subito partito alla rincorsa per la difesa sia per il caso Marra che per l’arresto di Marcello De Vito. Per il primo, ad esempio, la prima cittadina è stata assolta perché «il fatto non costituisce reato», quindi non per un fatto che non sussisteva. Ma per Toninelli, in quel caso, non c’era la responsabilità morale del Campidoglio.

La pagliuzza e la trave

Anche per quel che riguarda Marcello De Vito, addirittura in carcere per corruzione per i suoi rapporti con Parnasi, non c’è responsabilità morale? Ovviamente questo discorso non vuole condannare Virginia Raggi – anche perché è stata assolta nell’unico processo che le vedeva coinvolta -, ma per sottolineare la solita politica del doppio volto. Quella in cui si vede la pagliuzza o nell’occhio altrui e non ci si accorge della trave nel proprio occhio.

 

(foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)

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