Toninelli: «Non c’è scontro con la Francia. Sono amici, ma ora devono chiedere scusa»
08/02/2019 di Gianmichele Laino
Danilo Toninelli, direttamente dal Ponte Morandi di Genova. Oggi iniziano le fasi della demolizione e il ministro delle Infrastrutture si è recato sul posto insieme al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Non ha potuto, però, fare a meno di parlare del caso Italia-Francia e del ritiro dell’ambasciatore transalpino da Roma. Nonostante ciò, Toninelli nega che ci sia un caso tra i due Paesi dell’Unione Europea.
Toninelli: «Perché la Francia non ci chiede scusa per il 2011?»
«Non c’è nessuno scontro con la Francia – ha detto alle agenzie e ai cronisti che lo hanno intervistato per un punto stampa -. La Francia ha commesso un grave errore nel 2011 del quale stiamo ancora pagando le conseguenze. Per questo motivo dovrebbero chiedere scusa e mi meraviglio che non l’abbiano fatto. Detto questo, quando chiamiamo i francesi ‘cugini’ diciamo la verità, perché la Francia è un paese amico».
L’errore del 2011 a cui Toninelli fa riferimento è il bombardamento della Libia, voluto dall’allora presidente francese Nicolas Sarkozy. In seguito a quell’episodio, si chiuse l’era di Gheddafi. Molti analisti associano a questo episodio la ripresa dei flussi migratori dalla Libia. Che, tuttavia, è soltanto conseguente allo stato di caos che si è creato nel Paese all’indomani della caduta del dittatore, con uno Stato che – di fatto – può considerarsi fallito.
La crisi diplomatica non sembra in fase di risoluzione
È sorprendente tuttavia come Toninelli abbia negato la crisi diplomatica con la Francia, dopo che Parigi ha richiamato l’ambasciatore a Roma per la prima volta dal 1940, in piena Seconda Guerra mondiale. Ed è altrettanto impressionante come continui a pretendere le scuse da un Paese con il quale siamo sull’orlo di una crisi istituzionale e di nervi. La pillola indorata del discorso sull’amicizia suona quasi come una beffa. La Francia prende appunti. E aggiungerà le parole di Toninelli alla lunga lista delle cose che non vanno nel rapporto tra Emmanuel Macron e il governo di Roma.