La bufala di Toninelli sui poteri di nomina dei ministri del presidente della Repubblica spiegati da Mortati

Danilo Toninelli ha pubblicato una bufala per negare un’ovvietà costituzionale, i poteri di nomina dei ministri del presidente della Repubblica. Il presidente del gruppo dei senatori del Movimento 5 Stelle ha condiviso sul suo profilo Facebook un ritaglio in cui si attribuisce a Costantino Mortati questa valutazione.

Toninelli

La bufala di Toninelli su Costantino Mortati

«Il presidente della Repubblica ha un ristretto margine di discrezionalità nella scelta del presidente della Repubblica (mentre non ne ha alcuna nella scelta dei ministri, formalmente demandata al presidente del Consiglio», è sottolineato nella foto di Toninelli. Il senatore pentastellato però fa due errori. In primo luogo attribuisce a Mortati una frase non sua: «Questo è Costantino Mortati da “Istituzioni di diritto pubblico”, quello che la Costituzione l’ha scritta». L’autore del manuale di diritto pubblico citato dall’esponente M5S è Temistocle Martines, e il ritaglio di Toninelli del suo libro diventa una bufala perché omette considerazioni che sostanzialmente smentiscono la tesi dei Cinque Stelle, come si vede in questa foto.

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Il manuale di diritto costituzionale smentisce Toninelli

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Dopo che Martines ha evidenziato il ruolo attivo che il capo dello Stato può assumere, come già successo, in caso di crisi politiche, il giurista conclude con queste considerazioni: «Un ruolo attivo e propositivo può essere assunto, con somma cautela, dal presidente della Repubblica (quale magistratura di influenza) in caso di crisi del sistema, e può coinvolgere, in misura più o meno ampia, il modo stesso con cui egli intende svolgere la sua funzione; come l’esperienza repubblicana ha ampiamente dimostrato. Occorre però tener conto che il condizionamento dei partiti nella indicazione dei futuri ministri non può giungere a svuotare del tutto il potere di proposta autonoma del presidente del Consiglio incaricato, come richiede l’articolo 92, comma II della Costituzione».  Martines. che è un autorevole costituzionalista, riconosce dunque al presidente della Repubblica un ruolo attivo, smentendo così l’interpretazione ristretta dei suoi poteri che Toninelli ha volutamente oscurato, e rimarca come il presidente del Consiglio incaricato non possa essere svuotato del potere di nomina dai partiti che lo sostengono. Più o meno come avvenuto con Conte.

Il ritaglio che ha condiviso il senatore M5S è stato pubblicato per primo su Twitter da Filippo Da Fiume, il 12 maggio scorso, ottenendo un engagement significativo con diverse centinaia di retweet che al sottoscritto erano sfuggite. Da Fiume aveva condiviso sul suo profilo Twitter la prosecuzione della spiegazione di Martines sui poteri di nomina del presidente della Repubblica, a differenza di quanto fatto da Toninelli.

Secondo la sua opinione, che non condivido, il costituzionalista darebbe ragione a chi contesta il rifiuto di Mattarella di nominare Paolo Savona ministro dell’Economia, così come sempre secondo Filippo Da Fiume Toninelli ha riportato in maniera corretta le idee di Martines, pur attribuendole a Mortati:  «Il “ciò non toglie” si riferisce ai casi in cui siano possibili più maggioranze. L’ultima parte alla “crisi di sistema” quando non c’è una maggioranza In ogni caso il PdR deve SOLO adoperarsi perché si costituisca un Governo sostenuto da maggioranza prima di sciogliere le Camere».

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