Theresa May affronta la sfiducia del partito: «Io non mi muovo, la Brexit si farà»

Theresa May affronterà oggi il giorno del giudizio. I conservatori euroscettici hanno lanciato formalmente il guanto di sfida, e in serata si esprimeranno ufficialmente sulla posizione della leader a guida del partito. May però non demorde: «Resto dove sono, il cambio di leadership sarebbe un rischio»

Theresa May affronta la sfiducia: «un nuovo leader non avrebbe il tempo di negoziare»

Theresa May non ha nessuna intenzione di lasciare la guida dei Tory, anche se alcuni si schierano contro di lei e continuano a farle opposizione sulle negoziazioni per la Brexit. Un cambio di leadership in questo momento «metterebbe a rischio il futuro del Paese causando un’incertezza che non siamo in grado di sostenere» ha dichiarato la premier britannica a seguito della richiesta di 48 deputati. Un numero sufficiente per raggiungere il quorum necessario del 15% per andare al voto di fiducia del partito. Le ha dato comunicazione Graham Brady, il presidente del comitato “1922”, ovvero l’organo deputato a gestire la competizione interna al partito per la leadership. «Resterò a Londra per sostenere la mia posizione oggi di fronte ai colleghi» ha annunciato da Downing Street, confermando di aver rimandato l’incontro con Leo Varadkar, il premier irlandese, con cui avrebbe dovuto incontrarsi per cercare di mettere ordine in vista della Brexit. May ha ricordato di essere parte dei Tory «da 40 anni» e di credere ancora in un «partito moderato e pragmatico». La premier chiede ai suoi di guardare alla realtà: un «nuovo leader non sarebbe in carica per la scadenza legale del 21 gennaio» ha sottolineato May, evidenziando che opra la priorità deve essere quella di portare a casa un divorzio che, se non può essere vantaggioso, almeno non sia svantaggioso per il Regno Unito.

La sfiducia dei Tory: come funziona

A gestire la carica di leadership è il comitato “1922“, ora presieduto da Graham Brady. L’organismo predisposto a sovrintendere la guida del partito ha comunicato di aver ricevuto 48 lettere formali di richiesta di sfiducia contro la premier e leader Tory Theresa May. Un numero che corrisponde al quorum necessario per far scattare formalmente la richiesta, ovvero il 15% di tutti i deputati del partito che siedono ai Comuni. A esprimersi con voto segreto saranno tutti i 315 deputati, Theresa May inclusa, e in caso di sfiducia con maggioranza, la premier dovrà lasciare il partito, con un avvio immediato delle nuove elezioni.  Se invece ne uscisse riconfermata, la sua posizione sarebbe al sicuro da qualsiasi altro tentativo di ammutinamento per un anno intero.

(Credits immagine di copertina:  © Isabel Infantes/Xinhua via ZUMA Wire)

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