La psicosi da coronavirus si manifesta in Italia sotto diverse forme. Alimentata dalla disinformazione e dalle tante bufale diffuse sul web, la paura di contrarre il virus spinge molti italiani ad aggredire e insultare persone cinesi. È successo a Venezia, a Pistoia e a Firenze, mentre a Roma sono cominciati ad apparire cartelli che vietavano l’ingresso nei bar a chi era arrivato dalla Cina. Ad essere presi di mira sono anche i ristoranti cinesi: tanto che a Milano è partita la campagna #iovadoalcinese, a cui ha preso parte anche TheFork.
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A segnalare il drastico calo nelle prenotazioni presso i ristoranti cinesi è TheFork, popolare piattaforma che permette di prenotare online usufruendo di sconti. In particolare, segnala una forte discesa delle prenotazioni a partire dal 20 gennaio, in coincidenza con l’impennata su Google Trends delle ricerche sul Coronavirus. Il risultato è che nel giro di una settimana è stato registrato un calo del 43% delle prenotazioni nei ristoranti cinesi. Non solo: anche i ristoranti giapponesi sono stati colpiti, con un calo del 32% delle prenotazioni nello stesso lasso di tempo. Dati che non sono affatto in linea con i trend usuali.
Per contrastare questi fenomeni assolutamente immotivati, l’autrice del blog milanese “A Milano puoi” ha lanciato la campagna “Io vado al cinese” a cui ha aderito anche The Fork alla luce dei dati raccolti. «L’Istituto superiore di sanità ha pubblicato un manifesto dove precisa che “mangiare cinese non è pericoloso – ha commentato Almir Ambeskovic, al timone di TheFork in Italia – vogliamo fare la nostra parte per sostenere questa importante componente del mercato della ristorazione italiana contro un clima di panico che non è supportato da nessun fatto».
(Credits immagine di copertina: mediakit TheFork)