Terrorismo, a Cuneo fermato un 19enne: propaganda jihadista su Fb, Instagram e Twitter
30/03/2018 di Redazione
All’alba di oggi in Piemonte i Carabinieri del Ros e quelli del Comando provinciale di Cuneo hanno fermato per terrorismo un cittadino marocchino di 19 anni residente in Italia. Al centro delle indagini, coordinate dalla Procura distrettuale di Roma, le «attività criminali» dello straniero, che, sottolineano gli investigatori, è «gravemente indiziato di istigazione a delinquere per finalità di terrorismo e partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo».
Terrorismo, a Fossano (Cuneo) fermato un cittadino marocchino di 19 anni
Il fermato si chiama Ilyass Hadouz ed è residente a Fossano, il comune della provincia di Cuneo dove è stato bloccato dai carabinieri. Secondo gli investigatori il giovane marocchino, attraverso i suoi numerosi account social (di Facebook, Instagram e Twitter) avrebbe portato avanti un’«intensa propaganda jihadista» inneggiante al martirio, alla ricompensa che Dio concederà ai musulmani impegnati nel jihad, esaltando le gesta, il valore ed il coraggio dei «combattenti in nome di Allah», di cui sarebbe stato pronto ad emulare le gesta. Hadouzd si sarebbe radicalizzato in casa, attraverso video e frequentando chat integraliste.
Tre giorni consecutivi di blitz contro organizzazioni a matrice jihadista
Il fermo arriva dopo due giorni di importanti operazioni antiterrorismo. Ieri su ordine della procura di Roma sono state arrestate cinque persone collegate alla rete di contatti di Anis Amri, il terrorista ritenuto autore della strage ai mercatini di Natale a Berlino del 19 dicembre 2016, ucciso tre giorni dopo a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano. L’operazione della polizia è scattata tra Roma e Latina, su ordine del gip. Cinque le ordinanze di custodia cautelare, notificate al palestinese Abdel Salem Napulsi, già detenuto nel carcere di Rebibbia, e a quattro tunisini residenti a Napoli e nel casertano.
Due giorni fa invece la Polizia ha arrestato un 23enne italo-marocchino (un marocchino naturalizzato italiano), Elmahdi Halili, al termine di un’indagine dell’Antiterrorismo coordinata dalla procura di Torino con l’accusa di «partecipazione all’associazione terroristica dello Stato Islamico». Dalle indagini è emersa un’intensa attività di proselitismo e indottrinamento mediante il reperimento, la consultazione su diverse piattaforme multimediali e l’archiviazione di vario materiale di propaganda ed inneggiante al Jihad targato Isis. Halili studiava anche come usare il coltello e preparare un camion per compiere attentati.
(Foto di copertina da archivio Ansa)