Il primario del Sacco: «Ci sono anche molti giovani in terapia intensiva»

09/03/2020 di Enzo Boldi

Non solo anziani. Le parola del primario del reparto di Infettivologia dell’Ospedale Sacco di Milano mostrano una realtà differente dalla narrazione che è stata fatta fino a ora. Massimo Galli, intervistato da SkyTg24, ha detto che ci sono anche molti giovani tra i pazienti in terapia intensiva dopo aver contratto il Coronavirus ed esser risultati positivi al Covid-19. Il medico non ha voluto dare numeri nello specifico, ma ha sottolineato come la situazione non sia ‘un problema’ solamente per gli anziani.

LEGGI ANCHE > Il monito di Rezza: “Roma rischia come Milano”

Oltre ai posti in terapia intensiva, lo stesso Massimo Galli ha parlato della situazione italiana, paragonandola a quella di Wuhan a inizio emergenza Coronavirus. Una situazione che, con il passare dei giorni, sembra essere – purtroppo – sempre più realistica. Lo stesso primario dell’Ospedale Sacco di Milano ha poi criticato aspramente la decisione del governo di riaprire la zona rossa di Codogno, primo focolaio del virus nel nostro Paese. Il concetto lo aveva già espresso nell’intervista rilasciata a La Repubblica. 

In terapia intensiva anche molti giovani

«Vorrei capire se questo nuovo atto apre davvero l’area rossa lombarda, quella del Lodigiano, uniformandola al resto della Regione in fatto di restrizioni. Sarebbe una solennissima corbelleria – ha detto Massimo Galli a La Repubblica -. A Codogno c’è stato il primo caso 16 giorni fa e non mi risulta che si possa dire che lì sia stata completata la fase di identificazione e isolamento di tutti i contatti». Insomma, una bocciatura netta al provvedimento di riaprire Codogno.

L’appello ai giovani

Poi l’appello ai giovani che, come indicano i numeri dei posti in terapia intensiva, sono tutt’altro che immuni dal Coronavirus: «Gli adolescenti si considerano immortali, ci siamo passati tutti. Ma così rischiano di avere la responsabilità di portare a nonni e genitori un cliente assai più dannoso che per loro. A costo di essere detestato, dico che i locali e i punti di aggregazione vanno chiusi pure nelle regioni non ancora intensamente coinvolte dal problema»

(foto di copertina: da Piazzapulita, La7)

Share this article