C’è chi sulle app di dating sfrutta il complottismo in maniera tattica
Il complottismo è approdato anche nelle app di dating e coloro che scelgono di sfruttarlo lo fanno per ragioni precise
07/07/2022 di Ilaria Roncone
App di dating e complottismo non sembrerebbero avere molto in comune ma (ahinoi) non è così. C’è chi, mentre sostiene che la Finlandia non esiste, riesce a trovare gente con cui uscire. Nel mondo delle app di dating è difficile spiccare e farsi conoscere realmente: poche righe a disposizione per descriversi, una serie di interessi e passioni che rendono tante persone simili a molte altre, frasi troppo spesso banali con la mancata possibilità di veicolare davvero chi si è. Nel dating all’estero ci sono app come Bumble, che propone di raccontare a un potenziale partner in senso romantico il proprio “piano di apocalisse zombie”, e Hinge, che invita a condividere una “causa sociale che ti sta a cuore” con lo scopo di far scoprire le persone in ambiti diversi. Chi si distingue più di tutti, però, si basa sulle teorie cospirazioniste su app dating sfruttate in maniera ironica.
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C’è chi fa conquiste con teorie cospirazioniste su app dating
La terra è piatta, i reali hanno ucciso Diana, Michael Jackson non è morto: anche queste argomentazioni vengono utilizzate per rimorchiare. La scoperta è stata fatta dalla dottoressa Siân Brooke, ricercatrice in scienze sociali computazionali presso la London School of Economics and Political Science, che ha rilevato – si legge su i-D – come teorie cospirazioniste e contenuti di nicchia vengano utilizzati nelle app di dating per individuare persone con cui si condividono senso dell’umorismo e riferimenti culturali.
Su cosa si basa questa ricerca? «Si tratta di una segnalazione di gruppo, di vedere chi è coinvolto nello scherzo come un modo per creare un legame, vuoi trovare persone che valutano le cose nel tuo stesso modo, senza prenderle troppo sul serio, sapendo cosa è inteso ironicamente e cosa no». C’è chi utilizza le teorie cospirazioniste per sgamare subito qualcuno razzista o folle, chi ne approfitta per trovare qualcuno che abbia lo stesso senso dell’umorismo e la stessa visione del mondo e chi utilizza queste informazioni per dare vita a conversazioni che non partano con le solite banalità.
Scegliere questa via – secondo i ricercatori che hanno provato a inquadrare il fenomeno – è un modo per mostrare un senso dell’umorismo tagliente e la consapevolezza rispetto a quanto sta accadendo nel mondo. Il punto fondamentale, dovendo spiccare tra i moltissimi profili, è essere divisivi: essendo divisivi, si salta all’occhio.