Telecittà licenzia lo storico conduttore che ha insultato Parenzo in diretta

20/09/2019 di Enzo Boldi

Una decisione coraggiosa, ma forse inevitabile. Telecittà, famosa emittente televisiva di Padova, ha deciso di licenziare uno dei suoi volti storici: Enzo Spatolino. Forse a molti questo nome non dirà molto, ma mercoledì sera si è reso protagonista di insulti e di un alterco a distanza con David Parenzo. Parole talmente grosse che il giornalista ha deciso di intervenire in diretta mentre era alla conduzione de La Zanzara – su Radio24 – insieme a Giuseppe Cruciani. La querela annunciata ha comunque portato alla prima soluzione decisa dall’editore del canale padovano.

«Mi dissocio completamente da quello che è stato detto in trasmissione, mi scuso personalmente con le persone che si sono sentite offese – afferma Patrizia Vassallo, direttore e editore di Telecittà a Il Mattino di Padova -. Telecittà ha deciso di chiudere quel programma. Ho tolto le repliche, ho cancellato i video su Youtube». Di Enzo Spatolino, dunque, non resteranno tracce neanche sui canali social legati all’emittente televisiva, anche se i suoi video continueranno a girare in rete.

Telecittà licenzia Spatolino per gli insulti a Parenzo

‘La voce della gente’, la trasmissione in onda ogni giorno (dalle 18.30 alle 20) su Telecittà non andrà, dunque, più in onda, così come non si vedrà più su quelle frequenze quell’Enzo Spatolino che ieri sera è stato chiamato in diretta da La Zanzara – che, come da tradizione, non lascia mai nulla al caso – poco dopo la comunicazione del suo licenziamento. E, anche durante quella telefonata, i toni sono stati a dir poco accesi.

Ora avanti con la querela

Lo scontro incrociato e a distanza, dunque, è proseguito e potrebbe non concludersi qui. David Parenzo ha infatti tutte le intenzioni di proseguire la sua battaglia legale nei confronti dell’ex conduttore di Telecittà con cui, già in passato, c’erano stati scambi di vedute non oxfordiane. Per Spatolino, dunque, la punizioni potrebbero non finire qui.

(foto di copertina: frame da Youtube + ANSA / MATTEO BAZZI)

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