L’Unione Europea finanzierà il 50% della Tav sul suolo italiano

25/06/2019 di Enzo Boldi

L’Unione Europea ha aumentato il proprio impegno economico per la realizzazione della Tav sia per quel che riguarda il tratto internazionale che per quel che concerne la porzione nazionale da Bussoleno al nodo di Torino. Lo ha annunciato il neo-presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, al termine del consiglio d’amministrazione di Telt riunitosi a Parigi alla presenza dello stesso governatore e della coordinatrice del Corridoio Mediterraneo, Iveta Radicova.

«Giornata storica: autorizzata la pubblicazione dei bandi per i lavori del tunnel in Italia – ha annunciato il governatore del Piemonte Cirio -. Il cofinanziamento dell’Unione europea sale al 55% per la parte internazionale. Ottenuto il finanziamento al 50% anche per la tratta nazionale da Bussoleno al nodo di Torino». Un risultato che, al netto della famosa (o famose) analisi-costi benefici dovrebbe ridimensionare la spesa economica italiana per i lavori del tunnel per la Tav Torino-Lione.

Tav, aumentano i fondi dell’Unione Europea

Il tunnel Tav sul fronte italiano dovrebbe esser lungo poco più di 57 chilometri e ora, con la spinta dell’Unione Europea, arriva la pressione sul governo che dovrà comunicare la sua decisione dopo il balletto fatto di passi avanti e indietro degli ultimi mesi. «Scriverò domani al premier Conte, perché l’UE sollecita una parola chiara dal governo italiano sulla volontà di proseguire con l’opera – ha proseguito Alberto Cirio -. La Regione Piemonte chiede, quindi, al Presidente del Consiglio di dare certezza all’Europa e consentire a Telt di inviare i capitolati alle imprese che parteciperanno ai bandi approvati oggi».

L’approccio laico di Toninelli

Il dossier, infatti, è proprio sulla scrivania di Palazzo Chigi del premier, come confermato anche da Danilo Toninelli: «La questione Tav Torino-Lione è sulla scrivania del presidente del Consiglio che dovrà interloquire con il suo omologo francese e con la Commissione europea. Anche in questo caso prenderemo la decisione migliore per i cittadini italiani – ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti -. È un’opera che è stata definita negativa dal punto di vista economico. L’hanno detto i tecnici, non il sottoscritto. Io ho sempre avuto un approccio laico. Ma se guardo al ponte di Genova e a migliaia di chilometri di strade italiane che sono in dissesto perché non è stata fatta manutenzione, rimango sempre dell’idea che i soldi possano essere impiegati meglio».

(foto di copertina: ANSA/RICCARDO DALLE LUCHE)

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