Tav, il destino dell’opera (e del governo) appesso alla sottile differenza tra «bando» e «avviso»

Da circa una settimana, ovvero da quando la situazione sulla Tav è passata da grave a gravemente urgente, in vista del termine ultimo per la scadenza dei bandi Telt e la conseguente possibilità di contare su fondi europei pari a 300 milioni, la soluzione prospettata era questa. L’aveva proposta Armando Siri, economista in quota Lega, l’ha fatta propria – con la lettera firmata ieri – il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Tav, la differenza tra bandi e avis de marchés

Non partiranno i bandi, ma gli avis de marchés. Ovvero, delle manifestazioni d’interesse e nulla di più. Non per nulla Giuseppe Conte aveva chiesto a Telt di «soprassedere dalla comunicazione dei capitolati di gara, al fine di evitare che soggetti terzi possano formulare offerte per la realizzazione dell’opera».

Tuttavia, questa soluzione da «azzeccagarbugli» messa nero su bianco in una lettera resa pubblica dall’avvocato del popolo Giuseppe Conte è più un escamotage politico che un vero e proprio escamotage tecnico. In questi casi, infatti – come riportato correttamente dal Sole 24 Ore – quella degli avis de marchés non è altro che una fase preliminare per l’avvio dell’opera, chiedendo una manifestazione d’interesse da parte di alcune aziende. Si tratta di quelle che desiderano essere coinvolte nella realizzazione di ciò che resta della Tav.

Sulla Tav non si è seguita alcuna procedura straordinaria

Solitamente, dopo questa prima fase, viene avviata una selezione delle imprese interessate che porterà, in un secondo momento, all’affidamento dei lavori. Normale procedura, compresa quella dell’inserimento di clausole di dissolvenza, per terminare – in qualsiasi momento e senza apparentemente alcun danno per i soggetti interessati, compresi i due Stati coinvolti (Italia e Francia)  – il rapporto con un nulla di fatto.

Tav, un compromesso politico più che burocratico

Ecco perché questa procedura non ha nulla di così anomalo. Ce l’ha invece la sua lettura e la sua interpretazione. Sta qui il vero capolavoro di Giuseppe Conte: far rivendicare al Movimento 5 Stelle un presunto rinvio (che, tuttavia, sta nei fatti di una procedura burocraticamente complessa) dei bandi della Tav e, allo stesso tempo, far rivendicare alla Lega (per le stesse ragioni, cioè che si tratta di una procedura burocraticamente complessa) che la Tav si farà, trascorso il tempo di questa prima fase.

Chi ha letto le notizie arrivate dalle due parti politiche al governo nella giornata di ieri, infatti, sembrava essere catapultato in un universo parallelo, in cui tutti erano contenti per tutto, pur su due posizioni diametralmente opposte: il M5S No Tav e la Lega a favore dell’opera. Proprio questa doppia interpretazione, attraverso la soluzione presentata, rappresenta il vero cavillo. Non tanto per la sopravvivenza della Tav, quanto per quella del governo.

FOTO: ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

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