Quel tasto di ricerca sulle Storie Instagram che arriva quando ci stavamo abituando a EssereReal

Da qualche giorno non si parla d'altro che della funzionalità - che presto introdurrà Instagram - di poter cercare una persona in particolare tra coloro che hanno visualizzato la nostra Storia. Un aspetto che mette in luce l'aspetto artificioso del pubblicare un contenuto e che, proprio per questo, stona con il la spinta all'autenticità promossa dall'app BeReal

30/09/2022 di Giorgia Giangrande

Proprio quando ci stavamo abituando a essere più real, autentici, spontanei, ecco che Instagram – dopo anni di accorata richiesta – introduce il tasto «cerca» nelle Storie. Tra il desiderio di utilizzare questa funzionalità, a cui faremo presto ad abituarci, e l’incredulità che finalmente sia stata accolta la domanda da parte degli utenti, è opportuno soffermarsi a riflettere. Proprio adesso che sono passati di moda i filtri, il post-editing e il passaggio su Photoshop prima di pubblicare qualsiasi contenuto, avevamo davvero bisogno di un qualcosa che sottolinei la non casualità di alcuni nostri contenuti social?

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In cosa consisterà la nuova funzionalità di Instagram

Per alcuni – o meglio, un po’ per tutti alcune volte – pubblicare una Storia su Instagram non è sempre un atto di leggerezza e condivisione di un momento della propria giornata, della canzone che stiamo ascoltando e della città in cui ci troviamo in vacanza. Senza alcun secondo fine.

C’è chi almeno una volta ha passato in rassegna ogni visualizzatore delle proprie Storie e chi mente.

Per questa ragione, da anni, gli utenti di Instagram chiedono a Mark Zuckerberg di inserire il tasto «cerca» tra le visualizzazioni delle storie. Ogni richiesta, però, si è dissolta nel nulla, senza che mai siano state motivate le ragioni di questo procrastinare. A prova di ciò, la testimonianza di Camihawke – content creator di Instagram – che ben sette anni fa aveva registrato un video domandando simpaticamente: «Quante vite lascerai che si spengano prima di inserire un tasto Cerca tra chi ha visualizzato la tua storia?»

 

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La risposta, a distanza di sette anni dal video di Camilla Boniardi, sembra essere arrivata. Come ha annunciato Alessandro Paluzzi su Twitter – con un contenuto che è stato poi reostato da Trash Italiano su tutti i social – «#Instagram is working on the ability to search within the list of story viewers». Ovvero, Instagram sta lavorando sulla possibilità di cercare tra la lista di chi ha visualizzato la storia. Era ora, aggiungerebbero i molti che – anziché scorrere nome dopo nome – saranno agevolati dal solo minimo sforzo di digitare direttamente un nome utente. Quel nome utente.

 

Perché il tasto cerca nelle Storie Instagram collide con BeReal

Va detto che il pensiero di pubblicare un contenuto, solo per aspettare che qualcuno lo veda, apre a svariate riflessioni. Una di queste conduce all’autenticità e alla spontaneità tipiche della vita quotidiana, dove la maggior parte delle azioni vengono compiute istintivamente: senza interrogarsi troppo, senza il pensiero costante che qualcuno sia pronto a osservarci, a giudicarci. D’altronde, non vivremmo serenamente se vivessimo per destare le reazioni altrui. Eppure, da quando viviamo nei social e non più con i social, ogni contenuto pubblicato ha dei corrispondenti valori analitici che determinano il successo dello stesso. Vale per l’utente comune con 100 followers, ma vale anche per i content creators, i cui insight sono lo strumento per capire se un profilo è di successo – e quindi, la carta vincente per una campagna di influencer marketing – oppure se è un flop.

Proprio a dispetto dei social che vengono usati per lavoro – Instagram e TikTok, per dirne due – da qualche tempo si è diffusa BeReal: un inno alla spontaneità, alla naturalezza. Un manifesto contro i filtri a cui per anni siamo stati esposti negli altri social network, soprattutto su Instagram.

BeReal ha ricordato a tutti – grazie alla Gen Z che si è fatta principale promotrice dell’app – come non serva modificare le foto prima di postarle. Come non serva postare una Storia e stare in attesa che qualcuno stia lì a cliccare sul tuo «bollino rosa». BeReal ci ha ricordato l’autenticità, ci ha riportato nella realtà. Dove non sempre si è perfetti, pettinati, composti. Dove non sempre si fanno esperienze sensazionali o si conducono vite invidiabili.

Poi, però, Mark Zuckerberg si sveglia ci ricorda con il tasto «cerca» nelle Storie siamo tutti un po’ vittime e un po’ in attesa del giudizio altrui. Per questo la domanda sorge spontanea: ne avevamo davvero bisogno?

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