Il talco causava il cancro: la Johnson & Johnson paga 100 milioni di dollari

Dopo essere stata chiamata in causa in 1000 procedimenti legali per tumori correlati all'utilizzo di un suo prodotto la multinazionale corre ai ripari

05/10/2020 di Daniele Tempera

Una storia processuale che va avanti da anni e che vede contrapposta da un lato un colosso mondiale della farmaceutica come la  Johnson & Johnson , dall’altro una schiera di lavoratori e consumatori, vittime di malattie gravissime come mesoteliomi, rari tumori polmonari correllati alla respirazione di amianto e tumori alle ovaie. Un braccio di ferro che nasconde un’accusa gravissima: il talco per bambini dell’azienda americana avrebbe contenuto tracce di amianto che avrebbero contribuito in maniera determinante allo sviluppo di gravi patologie tumorali. Una vicenda portata avanti da numerosi attivisti e che ha visto, nel 2018, per la prima volta la vittoria di 22 donne che accusavano i prodotti della multinazionale, di aver causato lo sviluppo di un cancro alle ovaie. Il prodotto è stato poi ritirato dal mercato solo nel 2019. 

Una vicenda processuale che è stato l’apertura di un autentico vaso di Pandora con la Johnson & Johnson che si è trovata a fronteggiare oltre 1000 cause per le patologie incriminate, da parte di consumatori, ma anche di lavoratori. E ora l’azienda corre ai ripari proponendo un accordo, con numerosi studi legali, che ammonta a circa 100 milioni di dollari, proprio alla vigilia di un processo per contaminazione da amianto sviluppato dagli operai di una fabbrica californiana legata alla produzione del talco incriminato.

Talco e cancro: un’ammissione di colpevolezza?

Intervistata dal quotidiano online Bloomberg, la portavoce dell’azienda ha affermato che questa mossa non equivale ad un’ammissione di colpevolezza: «In alcune circostanze scegliamo di di stabilire accordi. Questo accordo è fatto senza nessuna ammissione di responsabilità e non cambia la posizione sui nostri prodotti. Il nostro talco è sano, non contiene amianto e non causa il cancro»  ha dichiarato Kim Montagnino.

Secondo Mark Lanier, l’avvocato che per primo riuscì a vincere in appello nel 2018 con la multinazionale americana, i dirigenti della J&J  sapevano che i test nel talco avevano rivelato la presenza di amianto, ma lo hanno tenuto nascosto per circa 40 anni.

Quel che è certo è che la mossa della Johnson & Johnson è la presa di coscienza dell’oggettiva difficoltà di portare avanti vittoriosamente battaglie legali sul tema. Non un’ammissione di colpevolezza certo, ma nemmeno una chiara ammissione di innocenza.

 

 

 

 

Share this article