Il suicidio? È la seconda causa di morte fra i giovani. L’allarme dell’OMS

Sono numeri da guerra, eppure si è in tempo di pace, e almeno per quanto riguarda l’occidente, di relativa prosperità. Ogni anno 800mila persone nel mondo scelgono di togliersi la vita, una ogni 40 secondi. Lo riferisce l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) alla vigilia della Giornata mondiale della prevenzione del suicidio. E nonostante si sia assistito a una sostanziale diminuzione tra 2010 e 2016, con un tasso che è calato del 9,8% con qualche eccezione (Nord -America), sono numeri continuano a far riflettere. Una piaga che colpisce soprattutto i giovani:  complessivamente, poco più della metà di tutte le persone che si suicidano hanno un’età inferiore ai 45 anni. Tra i 15-24 anni, il suicidio è la seconda causa di morte, dopo i traumi causati da incidenti stradali. Mentre nel mondo, il rischio non è certo uniforme.

I suicidi nel mondo

La stragrande maggioranza dei suicidi si verifica nei paesi a basso e medio reddito, ma i paesi ad alto reddito hanno il più alto tasso di suicidi (11,5 per ogni 100.000 abitanti). I tassi di suicidio in Africa, Europa e Sud-Est asiatico sono superiori alla media mondiale del 10,5 per 100.000 abitanti, mentre la regione del Mediterraneo orientale ha il tasso più basso. Secondo i confronti internazionali, la Guyana, ex colonia britannica tra Venezuela e Suriname, è il paese con il più alto tasso di suicidio pro capite (30,2 per 100.000), con un elevato numero di ingestione di pesticidi. Poi arriva la Russia, dove l’eccesso di alcol è ritenuto responsabile dell’elevato tasso di suicidi. Altri paesi ad alto tasso includono Lituania, Lesotho, Uganda, Sri Lanka, Corea del Sud, India e Giappone. In Francia, il tasso è di 12,1 per 100.000 abitanti. Per genere, si attesta al 6,5 per 100.000 donne e al 17,9 per 100.000 uomini. Questa importante differenza tra uomini e donne si trova in tutto il mondo, con poche eccezioni come in Cina (8,3 per 100.000 donne e 7,9 per 100.000 uomini) e il divario di genere è generalmente maggiore nei paesi ricchi. I metodi di suicido più comuni sono impiccagione, auto-avvelenamento da pesticidi e armi da fuoco. Secondo l’OMS, ridurre l’accesso ai pesticidi può ridurre i tassi di suicidi, come hanno dimostrato le iniziative in Sri Lanka e in Corea del Sud. E la strada da fare è ancora lunga: cinque anni dopo la pubblicazione del primo Rapporto mondiale sul suicidio, il numero di paesi con strategie di prevenzione e’ di appena 38.

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