Il caso di Catania dimostra che quando lo stupratore è italiano il ministro Salvini non corre a scriverlo sui social

26/03/2019 di Enzo Boldi

Da Catania arriva una storia di una violenza inaudita nei confronti di una giovane americana arrivata in Italia come ragazza alla pari. Tre giovani, dopo aver fatta bere, l’hanno stuprata a turno più volte, riprendendo il tutto con i loro smartphone, come fosse un gesto goliardico. La polizia, dopo alcuni giorni di indagini, è risalita all’identità dei tre stupratori di Catania, ponendoli in stato di fermo dopo la denuncia della 19enne. Come già accaduto nel caso della Circumvesuviana, però, il ministro dell’Interno (o chi per lui) non è corso sui social a denunciare l’accaduto (con il suo commento arrivato solamente a oltre 20 ore dall’accaduto) . Cosa che invece – anche giustamente – aveva fatto la scorsa settimana quando il folle gesto di Ousseynou Sy aveva messo a repentaglio la vita di 50 bambini. In quella occasione, a pochi minuti dal fattaccio, Matteo Salvini aveva già gridato allo scandalo decantando tutti i precedenti penali dell’uomo attraverso i suoi profili ufficiali.

Ricostruiamo la vicenda dello stupro di Catania. Tre giovani ragazzi italiani – tutti di famiglie benestanti – sono stati fermati dai carabinieri di per  violenza sessuale di gruppo nei confronti di una cittadina straniera, di 19 anni, avvenuta lo scorso 21 marzo. Da quanto ricostruito dai militari, la ragazza, che non parla e comprende perfettamente la lingua italiana, da circa tre mesi si trovava nel capoluogo etneo dove lavorava come babysitter nell’abitazione di una famiglia che la ospitava. Nella tarda serata dello scorso 21 marzo la 19enne insieme ad un’amica si trovava nel bar di via Teatro Massimo, e nel corso della serata, una volta rimasta sola, è stata avvicinata dagli indagati. Dopo averle offerto qualche drink, i tre l’hanno convinta a spostarsi in un altro bar della zona per poi, una volta in strada, avvicinarsi con una banale scusa alla loro auto e obbligarla a salire.

Lo stupro di Catania ripreso con gli smartphone

Poi una folle notte fatta di violenze ripetute e stupro nei confronti della giovane ragazza americana. L’hanno violentata a turno dentro e fuori la loro automobile, riprendendo le varie fasi con i loro smartphone. Come fosse prassi, come fosse una cosa normale. Avvalendosi anche di alcune registrazioni audio-video fatte dalla ragazza all’interno del bar, oltre a un video inviatole sul suo profilo social la mattina successiva da uno degli autori della violenza, che la invitava a un nuovo incontro non manifestando così alcun pentimento per il grave reato commesso, i militari hanno fissato così gli elementi probatori che hanno portato al fermo. I tre sono stati portati al carcere di Catania Piazza Lanza.

Il solito silenzio di Salvini quando il carnefice è italiano

Tre arresti italiani, di tre giovani della Catania bene. Troppo italiani per finire sulla bacheca di Matteo salvini che, in compenso, da questa mattina ha arricchito i suoi social di autocelebrazioni, critiche alle critiche dei suoi oppositori. Neanche un accenno a quanto accaduto in Sicilia e alle informazioni che sono state rese note e che, essendo il ministro dell’Interno, lui conosce in anteprima. Ma la pelle dei tre giovani è bianca e non fa propaganda. Questa cosa è stata fatta notare anche da Massimo Giannini a Alfonso Bonafede questa mattina a Radio Capital e il ministro della Giustizia ha risposto così: «Mi si chiede spesso di commentare le parole di Salvini, ora mi si chiede di commentare anche i silenzi: non l’ho mai fatto e non lo faccio». Una replica che è tutto un programma.

Sì, è una critica di merito su come vengono affrontati diversi fatti di cronaca che andrebbero trattati nella stessa maniera da un ministro che sostiene di difendere gli italiani. E, probabilmente, gli italiani devono difendersi prima da loro stessi e poi da quello che viene definito artatamente un pericolo straniero, solo perché si ha il colore della pelle diversa. Lo stupro è stupro, a prescindere da chi lo faccia. Un omicidio resta tale sempre, in ogni occasione. Ma dividere in bianchi e neri, buoni e cattivi, porta più voti. È palese. Prima o poi, ne siamo certi, ne parlerà anche lui di questo stupro di Catania. In ritardo.

++ Aggiornamento del 27 marzo 2018 – ore 15.33 ++

Alla fine, dopo una lunghissima giornata a parlare solamente dei suoi ‘nemici’, Matteo Salvini si è ricordato di dare spazio anche alla notizia di cronaca arrivata da Catania. Lo ha fatto dopo oltre 30 ore, parlando – come al solito – di castrazione chimica per i colpevoli. Ci ha ragionato molto prima di prendere posizione su questo caso di cronaca, ma alla fine ha deciso di dire la sua. Finalmente.

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