Mettiamo uno striscione in ogni comune per Silvia Romano libera

25/06/2019 di Redazione

Non è buonismo. Non è soltanto un atto simbolico. Sarebbe un vero e proprio monito a non abbassare la guardia, come invece sembra si stia facendo ormai da troppo tempo. Uno striscione per Silvia Romano in ogni comune, un po’ come è avvenuto per Giulio Regeni. Con la differenza che Silvia sta ancora lottando per tornare sana e salva a casa. A Milano, a Palazzo Marino, dove la sensibilità politica è senz’altro più alta che altrove, lo striscione – o meglio il cartonato – che invita a ricordare il caso di Silvia Romano, rapita in Kenya ormai sette mesi fa, è già comparso.

Striscione Silvia Romano, il simbolo a Milano

Adesso occorre fare un passo ulteriore e diffondere questa abitudine anche nel resto dei comuni italiani. Per ricordare alle nostre autorità che il popolo italiano non può accettare passivamente il rapimento di un’altra nostra connazionale, che non esistono italiani che devono venire prima di altri, che solo la pietà e l’umana compassione dovrebbero venire prima.

Le ultime rivelazioni su Silvia Romano

Silvia Romano era partita per offrire il suo aiuto alle popolazioni più deboli del Paese africano. È finita per essere coinvolta in un rapimento, sul quale – ultimamente – in seguito ad alcune indiscrezioni di stampa, si stanno allungando alcune ombre. Mentre le autorità italiane tacciono, così come persone che potrebbero fornire un contributo molto importante alla causa di Silvia Romano, dare un segnale che parta dal basso può essere una sorta di fiaccola da tenere accesa e a cui guardare quando sembra che si stia smarrendo la strada.

E pazienza se ci sarà qualcuno – come sta avvenendo ora con gli striscioni per Giulio Regeni – che criticherà e che vorrà togliere lo striscione dalle facciate dei comuni. Nell’epoca della comunicazione di massa e del bombardamento mediatico, gli striscioni fanno paura. E opinione.

[FOTO dalla pagina Facebook del Comune di Milano]

Share this article