Si pensa a uno stato d’emergenza più agile, fino al 31 ottobre
13/07/2020 di Gianmichele Laino
Non più la data del 31 luglio, ma nemmeno quella del 31 dicembre. Lo stato d’emergenza che viene dichiarato nel nostro Paese ha solitamente la durata di sei mesi. E aveva questo tipo di orizzonte anche quando è stato dichiarato per la prima volta a causa del coronavirus, il 31 gennaio scorso. Attualmente, l’Italia è ancora in emergenza e soltanto a fine luglio questa situazione potrebbe mutare. O continuare per un periodo di tempo che qualcuno, questa volta, ipotizza più breve, fino al 31 ottobre. Giuseppe Conte, infatti, aveva prima sottolineato la necessità tecnica di prolungare questo periodo di crisi, salvo scontrarsi con i malumori soprattutto della minoranza, che lo aveva accusato di volere per sé pieni poteri.
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Stato d’emergenza fino al 31 ottobre, l’ipotesi di Conte
Per cercare di far comprendere la necessità dello stato d’emergenza, basterebbe pensare che senza questa particolare condizione, decadrebbero alcune misure fondamentali legate alla conservazione della salute pubblica: i protocolli sull’utilizzo delle mascherine e del distanziamento, ad esempio, o gli strumenti (come i dcpm) utilizzati per snellire la burocrazia e mettere in atto delle misure di contenimento più immediate nel caso di un ritorno del coronavirus nelle sue forme più violente che abbiamo conosciuto a marzo e ad aprile.
Ecco perché una mediazione sulla data potrebbe essere la chiave per rendere più digeribile la scelta per il popolo italiano e per i suoi esponenti politici. Se si dovesse prorogare lo stato d’emergenza alle precedenti condizioni, infatti, Giuseppe Conte dovrebbe farlo fino al 31 dicembre. Nelle ultime ore, però, sta prendendo forza l’ipotesi del 31 ottobre come termine ultimo. Se dopo il decimo mese di questo 2020 la situazione dovesse ancora essere critica, ecco allora che potrebbe esserci una ulteriore proroga. Che, tuttavia, dal punto di vista mediatico avrebbe un impatto forse depressivo nei confronti dei cittadini italiani.
Le critiche a Giuseppe Conte per la proroga dello stato d’emergenza
Negli ultimi giorni, le opposizioni – Matteo Salvini in testa – avevano molto criticato le parole del presidente del Consiglio sullo stato d’emergenza, affermando che nelle sue intenzioni c’era quella di avocare a sé pieni poteri. In realtà, questa particolare condizione dello Stato italiano se da un lato permette di intervenire in caso di situazioni piuttosto critiche (come l’insorgere, ad esempio, di nuovi focolai), dall’altro resta silente se non dovessero esserci esigenze di intervento particolari. Dunque, non si tratta di una sospensione della democrazia, ma di uno strumento che la democrazia si è costruita per affrontare momenti critici della sua storia.
Si era pensato alla giornata di martedì 14 luglio come termine utile per effettuare un passaggio in parlamento sul tema. Improbabile che ciò avvenga già domani. Il presidente del Consiglio è stato chiaro: «C’è tempo fino a fine mese per la proroga dello stato d’emergenza. Ci confronteremo con le forze politiche e con il parlamento sul tema».