Lo spread è sceso sotto quota 200

04/07/2019 di Redazione

Ottimismo nell’indice che misura lo spread, il differenziale tra i Btp e i Bund tedeschi. L’Italia non verrà travolta da una procedura d’infrazione della Commissione Europea e questo ha fatto sorridere i mercati. Il 4 luglio, in apertura di seduta alle ore 9, lo spread è sceso – per la prima volta dopo almeno due anni – sotto quota 200, attestandosi a 195,2 punti base.

Spread sotto i 200 punti: le motivazioni

Ovviamente, la notizia non può che essere accolta con un sospiro di sollievo dalla politica italiana, soprattutto dal governo che oggi – attraverso un’intervista di Giuseppe Conte al Corriere della Sera – ha dichiarato che la trattativa con Bruxelles ha dato il massimo dei frutti sperati, pur partendo l’esecutivo italiano con l’handicap di non avere l’appoggio dei tradizionali schieramenti interni all’Unione Europea.

Spread sotto i 200 punti, ma nel 2016 era a 80

Lo spread sotto i 200 punti è un buon segnale, anche se sono ancora distanti i livelli del 2016, quando il differenziale tra Btp e Bund tedeschi era sceso addirittura sotto quota 100. Il ridimensionamento – previsto per il 2020 – di reddito di cittadinanza e di quota 100, insieme ad altre risorse che nelle prospettive del governo dovevano costituire capitoli di spesa e che, invece, faranno parte delle garanzie per coprire il debito, ha portato la commissione europea a scongiurare una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia.

Si riparte, dunque, da zero. Ora sta alle prossime mosse del governo e al mantenimento di questi rapporti con le istituzioni europee: se l’equilibrio dovesse restare, i conti potrebbero continuare a rimanere in regola. Nuove misure economiche proposte da M5S e Lega – come la Flat Tax ad esempio – potrebbero costituire in futuro un nuovo problema. Ma al momento, la situazione sembra essere tornara nei ranghi.

(Foto da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / LUCIANO DEL CASTILLO)

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